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NAPOLI – Oggi è iniziata la settimana decisiva per il Salva-Napoli, l’accordo tra il Comune e il Governo centrale che dovrebbe portare nelle casse napoletane 1,3 miliardi di euro da qui ai prossimi 20 anni salvando l’ente dalla bancarotta. 

Perché decisiva? Perché il 15 febbraio, ma più probabilmente qualche giorno dopo, il sindaco Gaetano Manfredi e il premier Mario Draghi dovranno mettere le loro firme in calce all’accordo e farlo diventare ufficiale. Ma intanto Palazzo San Giacomo sta lavorando affinchè le condizioni imposte da Roma per avere quei soldi siano meno pesanti.
 
L’accordo, infatti, prevede che, per i creditori commerciali del Comune, in ballo circa 300 milioni di euro, si passi ad una traslazione che preveda il 40% del saldo per i crediti di oltre 10 anni, del 50% per quelli oltre i 5 anni, del 60% per quelli oltre i 3 anni e dell’80% per quelli maturati negli ultimi 3 anni.
 
Insomma, a tutti coloro che hanno prestato servizi o beni all’ente di piazza Municipio, si chiede un gran bel sacrificio, come evidenziato sabato anche dal gruppo consiliare di Forza Italia.
 
E proprio per questo, l’assessore Pier Paolo Baretta, il quale significativamente ha avuto modo di spiegare che non era nemmeno da prendere in considerazione una dichiarazione di dissesto del Comune perché con esso sarebbe fallita mezza Napoli, ha chiesto un emendamento all’accordo con Palazzo Chigi.
 
Il suo obiettivo è quello di giungere ad un accordo un po’ più favorevole per chi ha lavorato con il Comune negli ultimi anni.
 
Oggi, quindi, aveva in agenda un incontro con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Roberto Garofoli. Ma il vis a vis con l’uomo di Draghi è saltato.
 
“Ci siamo solamente messaggiati – racconta l’uomo di Manfredi che fa la spola col Ministero delle Finanze e Palazzo Chigi – Abbiamo bisogno ancora di qualche giorno per definire meglio l’emendamento che possiamo portare in porto”.
 
Vale a dire, quello con il quale si potrebbero dare più soldi alle imprese strategiche che hanno lavorato e lavorano col Comune, dalle aziende che si occupano delle mense scolastiche a quelle dei servizi cimiteriali fino a quelle che si occupano dei tanto agognati progetti per mettere a terra il Pnrr.
 
Ma non solo: Baretta e Manfredi vorrebbero arrivare a saldare il 100% delle fatture emesse negli ultimi 3 anni e, per non essere considerati cattivi pagatori e magari farsi sfuggire i professionisti e le aziende migliori, anticipare il 70% di quelle in atto.
 
“Con il sottosegretario Garofoli, oggi, non ci siamo visti ma ci siamo in ogni caso scambiati informazioni – fa sapere l’assessore Baretta – Ma l’accordo lo dovremo chiudere per il fine settimana”.
 
Da zero a dieci, quanto è fiducioso che possa ottenere condizioni meno pesanti per il Salva-Napoli? “Diciamo che sono abbastanza fiducioso”.