NAPOLI – Non solo da Fabio Fazio a Che tempo che fa. In questi giorni, papa Francesco ha avuto modo di confidarsi anche con un consigliere comunale di Napoli. E con lui, ha avuto modo di parlare anche della città che, nel corso del suo pontificato, ha avuto modo di visitare già 2 volte: nel marzo del 2015 e nel giugno del 2019.
Mercoledì scorso: Vaticano, sala Paolo VI, quelle delle udienze pubbliche. Ad intrattenersi con Bergoglio c’è Savary Ravendra Jeganesan, consigliere comunale aggiunto del Comune di Napoli.
Già: perché Savary, dello Sri Lanka, 37 anni, da 15 a Napoli con la moglie Christy Rathika e le due figliolette Sveva e Sara, è stato eletto rappresentante di tutti i cittadini extracomunitari che vivono a Napoli.
“Papa Francesco è davvero così come appare, una persona molto semplice, alla mano. Con la quale immediatamente tutti possono instaurare un rapporto diretto e profondo. E poi gli piace scherzare: a mia figlia, ha chiesto se si sentisse più napoletana o più italiana…”.
Con Papa Francesco, Savary, a Roma assieme ad altri 45 “napoletani del mondo” per così dire, ha avuto modo di parlare anche della città.
Il consigliere ha consegnato al Santo Padre una lettera con la quale ha fatto presente i problemi di chi vive a Napoli ma non è di origine italiana né europea. Tre in particolare: inerenti la casa, il lavoro e i ricongiungimenti familiari.
“In tanti, nonostante lavorino legalmente e con regolare permesso di soggiorno, non riescono con i loro guadagni a pagare il fitto per un appartamento dignitoso per sé e le loro famiglie”, ha puntualizzato nella missiva.
Per questo, la comunità extracomunitaria di Napoli chiede dei “prezzi calmierati”. Ma non solo: Savary ha avanzato a Papa Francesco l’idea “di intervenire presso la Chiesa di Napoli perché possa mettere a disposizione qualcuno dei suoi tanti immobili abbandonati”.
Il secondo problema che il consigliere ha fatto presente a Papa Francesco è stato quello della “emarginazione sociale”, tante volte dovuto alla “non conoscenza della lingua italiana e alla conseguenziale mancanza di certificati che attestino le capacità lavorative”.
“Molti ragazzi – ha osservato Savary con Papa Francesco – non hanno competenze e per di più non hanno nemmeno la possibilità di accedere a corsi di formazione professionale. Questo, nonostante ci siano varie realtà in città che si occupano di integrazione, ma mancano delle strutture che offrano corsi professionalizzanti certificati e gratuiti per l’inserimento nel mondo del lavoro”.
Infine, Savary ha fatto presente un problema inerente soprattutto la comunità srilankese: quello della concessione dei visti per il ricongiungimento familiare. Oggi, per averli, occorrono “tempi lunghissimi”, ha lamentato.
E quindi: in Vaticano, si è discusso di un vero e proprio programma per Napoli.
Ieri, il napoletano Roberto Saviano ha definito papa Bergoglio, poco prima che iniziasse l’intervista in diretta televisiva con Fabio Fazio, “l’ultimo socialista”. Ma, in realtà, anche chi sarebbe chiamato ad attuare quel programma, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, lo sarebbe.