Dieci milioni per l’acquisto della società più una trentina investiti nella campagna rafforzamento (sommando il costo dei ‘cartellini’ e gli ingaggi). Danilo Iervolino è entrato di sciabola nella gestione “rivoluzionaria” della Salernitana.
Un mese vissuto in prima linea su un triplice fronte: tamponare l’emergenza-risultati gettando le basi per salvare la categoria (la Serie A è un patrimonio di immagine per la città ed uno economico-finanziario per le casse sociali); costruire la squadra del futuro (molti gli investimenti fatti su giocatori giovani dal potenziale grande successo); iniziare a patrimonializzare la società.
Affidate le chiavi delle prime due porte a Walter Sabatini, Iervolino decide di curare direttamente l’incontro con la massima Istituzione cittadina. Operativamente poi, di tutte le questioni intavolate il 3 febbraio, si occuperà l’Amministratore delegato del club Maurizio Milan.
Iervolino mette le cose in chiaro: “Vogliamo costruire il nostro centro sportivo con campi per la prima squadra, per il settore giovanile e per l’Academy. Intendiamo essere riferimento per le scuole calcio di una vasta area. Il capo Volpe non ci interessa: ha dei limiti logistici. L’area naturalmente di riferimento è quella attorno allo stadio Arechi. I nostri tecnici stanno lavorando. Vedremo”.
Sull’Arechi: “Siamo interessati ad una convenzione a lungo termine. Certamente il quadro normativo attuale ha bisogno di un aggiornamento perché, nel rapporto pubblico-privato, sia tutelato l’interesse di tutte le parti. Lo stadio va vissuto dagli appassionati anche oltre l’evento calcistico. Pensiamo ad un museo e certamente realizzeremo questa idea. Sarà su misura”. Chiusura su Vincenzo Napoli: “Con un sindaco così, non avremo problemi”.