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Napoli – “Mi hanno ucciso dentro. Qualcosa si è rotto in modo irreparabile. Perdere una figlia come la mia è come morire”. Sono le parole di Vincenzo Alfieri, per tutti Enzo, mentre si tiene la testa tra la mani e piange in silenzio nel cortile del palazzotto di via Risorgimento, a Grumo Nevano, dove abitava e dove è stata uccisa sua figlia Rosa

“Lunedì pomeriggio sono tornato dal lavoro – racconta – e Nicoletta, mia moglie, mi ha detto che Rosa non si trovava. Ho pensato a uno scherzo. La mia Rosa che si perde. Impossibile. Ci eravamo lasciati pochi minuti prima, mentre chiudevo il laboratorio di sartoria… È stata l’ultima volta che l’ho vista viva. Così giovane. Così bella. Il mio orgoglio di padre che vedeva per lei un futuro radioso… Ho ancora nella mia testa la sua voce che mi diceva: ‘Ciao papà, ci vediamo a casa’. Può sembrare una cosa banale, ma per me non lo è stato mai. Tra padre e figlia c’è un rapporto speciale, intenso, fatto di intese raggiunte senza parlare. Lei mi faceva sentire felice. Ora ho solo buio e silenzio e un futuro che non mi appartiene più” spiega, affranto, Vincenzo a ‘Il Mattino‘. 

“Subito – racconta nell’intervista – ho pensato che non poteva essere andata da Luigi, il suo ragazzo, che gestisce un tabacchino qui vicino visto che era stato proprio lui ad avvisare mia moglie che Rosa non era più uscita di casa dopo che l’aveva vista rientrare. Mia moglie mi ha detto di aver bussato anche alla porta di quello là, chiedendo se aveva visto Rosa uscire. Lui le ha risposto, con sgarbo, che era a letto perché non si sentiva bene, e che si era scocciato per essere stato svegliato”.

“E invece poi – aggiunge l’uomo – abbiamo scoperto che Rosa già non c’era più. Lui l’aveva già uccisa. Quando sono entrato in casa di Elpidio… Rosa era sul pavimento del bagno. Pallida. Ho cercato di scuoterla. Era fredda, inanimata. Sono morto dentro. Chi immagina come padre di trovarsi davanti a uno scempio come quello? Mezz’ora prima era viva, piena di gioia. E invece li a terra c’era mia figlia. La mia mente si è fermata in quell’istante”.

“Spero solo che lo condannino al carcere a vita” conclude il padre della 23enne. “Questo non mi ridarà mia figlia, ma chi le ha tolto la vita è giusto che paghi. Non sarà mai tanto da colmare il vuoto che ha provocato”.