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Il giorno dopo la notifica del provvedimento assunto dal consiglio di disciplina dell’ordine dei medici di Salerno che ha valutato di colpire il dottore Gerardo Torre, per aver violato e criticato i protocolli medici, semplicemente con la censura, una sorta di bacchettata sulle mani, il principale protagonista della vicenda ha affidato ai social il suo commento, mentre l’ordine dei medici ha evitato qualsiasi tipo di parola sulla vicenda. 
 
“Mi fa piacere pensare che l’ Ordine nella sua decisione abbia valutato, come contrappeso, l’opera finora svolta a favore degli ammalati in tempo di pandemia. In merito a tale decisione non rilascerò ulteriori commenti” ha scritto Torre ringraziando l’amica e referente legale Mariagrazia Cafisi, che coadiuvata nella collaborazione dal figlio Eduardo Torre, l’ha difeso dalle accuse dell’Ordine. 
Gerardo Torre si è soffermato anche sulla trasmissione di Retequattro che ieri, riferendosi alla sua vicenda lo ha definito un medico Novax, anticipando che agirà immediatamente per le vie legali contro la trasmissione. 
 
“Mi stanno addebitando il fatto che andando a curare le persone a casa in un certo senso io inviti gli indecisi a non vaccinarsi– ha scritto Torre – Veramente non comprendo perché vaccini e terapie non possano camminare di pari passo. Con il vaccino si fa un atto preventivo, le cure invece intervengono nel caso in cui si sviluppi lo stesso la malattia”.
Il medico che sostiene di aver curato più di 3000 pazienti, andando direttamente nelle loro case, ribadisce l’assenza della medicina territoriale.
 
“Se per le cure il medico di base, seppur trivaccinato, è sparito, negandosi anche telefonicamente ai pazienti e creando così quei guasti terribili che tutti conoscete, anche sul fronte vaccinale la mancanza di rassicurazioni, di spiegazioni, di riflessioni con il proprio medico di famiglia ha creato un ulteriore crepa
 tra paziente e medico- ha aggiunto-Mi pare, e me lo potete confermare, che in tutta questa storia, la questione della “fiducia” sia centrale.
Tutti sanno che non sono stato mai a favore dell’obbligo vaccinale perché contribuisce ancora di più a creare quella distanza tra il cittadino e istituzioni.
I miei pazienti, quasi tutti vaccinati, lo sono perché sono stato io, dopo averli visitati e rassicurati, a invitarli alla vaccinazione o a sconsigliarla.
Loro si sono fidati di me e non hanno avuto bisogno di nessuna imposizione dall’alto per recarsi ai centri vaccinali”.