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Napoli – La Corte d’Appello di Napoli ha rigettato l’istanza di ricusazione del giudice Fabio Provvisier, davanti al quale si sta celebrando l’udienza preliminare per l’inchiesta bis sulle infiltrazioni del clan dei Casalesi al Comune di Capua (Caserta). Tra gli imputati che rischiano essere rinviati a giudizio compaiono l’ex sindaco Carmine Antropoli, primario dell’ospedale Cardarelli di Napoli già sotto processo alla Corte d’Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per concorso esterno in camorra in relazione alla prima indagine sulle infiltrazioni dei clan nel Comune di Capua; figurano poi gli amministratori locali Marco Ricci e Guido Taglialatela, il collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, anch’essi, come Antropoli, già imputati nel primo processo. Rischiano inoltre il giudizio gli imprenditori Domenico Pagano, 59 anni di Trentola Ducenta, i cugini imprenditori Francesco e Giuseppe Verazzo, 61 e 65 anni di Casal di Principe, il dirigente del Comune Francesco Greco e altre quattro persone. L’istanza di ricusazione del giudice per l’udienza preliminare Provvisier era stata presentata da Mauro Iodice, difensore di Antropoli, che aveva fatto notare come Provvisier fosse stato il magistrato che in qualità di gip aveva firmato nel febbraio 2019 l’ordinanza di custodia cautelare relativa alla prima indagine della Dda di Napoli sul Comune di Capua, che aveva portato in carcere Antropoli (poi scarcerato).

Secondo l’avvocato Mauro Iodice, difensore di Antropoli, la doppia veste di Provvisier, prima gip e poi gup in due indagini che hanno ad oggetto lo stesso comune, avrebbe inficiato la “necessaria terzietà” del giudice. Ma per la Corte d’Appello le due indagini, pur riguardando il Comune di Capua, non sarebbero collegate, per cui Provvisier è stato ritenuto il “giudice naturale” idoneo alla causa, in grado dunque di giudicare senza pregiudizi. Contro la decisione, l’avvocato Iodice valuterà se presentare ricorso in Cassazione; in ogni caso si tornerà in aula ad aprile, in tempo per un’eventuale impugnazione. L’inchiesta bis della Dda sul Comune di Capua è partita in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Francesco Zagaria, arrestato con Antropoli nel corso della prima indagine, nel febbraio 2019, e che dopo ha deciso di collaborare raccontando del sostegno elettorale ricevuto dagli ex amministratori locali in cambio di appalti concessi ad imprenditori legati al clan, in particolare alla famiglie Schiavone e Zagaria. Le sue parole hanno portato all’arresto, nel febbraio 2021, dei quattro imprenditori oggi imputati e al nuovo coinvolgimento di Antropoli e degli altri amministratori locali. Nell’indagine bis Antropoli è indagato per abuso d’ufficio e turbativa d’asta; la Dda ne aveva richiesto l’arresto contestando l’aggravante camorristica, ma il gip ha negato il provvedimento restrittivo, escludendo ogni coinvolgimento del clan. Nel collegio difensivo sono impegnati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Stellato, Ferdinando Letizia, Giovanni e Michele Cantelli.