Sarebbe riconducibile alla guerra tra gruppi camorristici rivali il duplice omicidio avvenuto nel pomeriggio a Napoli, nel rione Don Guanella, quartiere periferico di Miano, dove hanno trovato la morte Pasquale Torre di 45 anni e Giuseppe Di Napoli, 35 anni.
I sicari sarebbero entrati in azione in sella a uno o più scooter. Le vittime, invece, erano in auto quando è scattato l’agguato. Uno dei due morti, Di Napoli, ha cercato di salvarsi: è uscito dall’auto e ha tentato di fuggire ma i killer lo hanno raggiunto e ucciso. Torre, invece, è stato trovato dalle forze dell’ordine e dai sanitari del 118 senza vita, ancora seduto sul lato guida della vettura. Dagli accertamenti degli agenti del commissariato Scampia e della Squadra Mobile è emerso che Pasquale Torre è fratello di Mariano Torre, collaboratore di giustizia legato al clan Lo Russo, colui che ha contribuito a fare luce sulla morte di Genny Cesarano, il giovane ucciso a soli 17 anni, all’alba del 6 settembre 2015, nel rione Sanità, durante una “stesa” ordinata dal boss Carlo Lo Russo (anche lui poi diventato un collaboratore di giustizia) per uccidere il boss rivale Pietro Esposito. Al momento però, sebbene non siano totalmente escluse altre piste, per gli investigatori la morte di Pasquale Torre non sarebbe riconducibile a una vendetta “trasversale” nei confronti del pentito. Pasquale e Mariano sono figli di Antonio Torre, fratello di Anna Torre che è la moglie di Giuseppe Lo Russo, esponente di spicco dell’omonimo clan, soprannominato “i capitoni”, ormai decimato dall’azione delle forze dell’ordine e della magistratura. Gli inquirenti della Polizia di Stato e della Dda ritengono invece maggiormente plausibile che il duplice omicidio sia la risposta a un altro assassinio avvenuto all’inizio del mese. A morire in un circolo fu un 38enne figlio di un ras locale. Una morte che viene indicata come l’elemento scatenante di una faida tra gruppi camorristici rivali. Per il senatore Sandro Ruotolo, del gruppo misto, “non è più tollerabile che nella terza città d’Italia, ogni giorno persone innocenti rischiano di trovarsi al centro di agguati, ‘stese’ ed esplosione di ordigni”. Antonio Bassolino, già sindaco di Napoli, chiede una seduta del Consiglio comunale sull’emergenza camorra; il consigliere regionale di Europa Verde, Francesco Borrelli, invoca il pugno duro contro i camorristi, mentre Severino Nappi (Lega) chiede al ministro Lamorgese “di passare finalmente dalle parole ai fatti”.