Eboli (Sa) – “Mia madre ancora oggi, a quasi cinque anni dalla sua morte, ancora non ha una degna sepoltura”. Ha voluto raccontare la sua (straziante) storia davanti a tutti. La musulmana Fatijha Chakir dell’associazione ‘Il mondo a colori’, seduta al fianco del Console generale del Marocco per il sud Italia (esclusa la Sicilia) Abdelkader Naji in occasione dell’evento ‘Il Marocco chiama…’ è riuscita anche a strappare una (mezza) promessa al sindaco del Comune di Eboli Mario Conte accompagnato dal suo vice Enzo Consalvo.
Sabato sera in piazza Sant’Antonio di Eboli, nella sede del Museo dell’Operazione Avalanche presieduto da Marco Botta, la manifestazione è splendidamente riuscita, ottimamente organizzata dal medico missionario Vincenzo Mallamaci, presidente dell’Associazione Internazionale Onlus ‘E ti porto in Africa’.
Fatijha Chakir quando parla di sua madre deceduta, coniuga ancora i verbi al presente. “Mia mamma è musulmana, cittadina italiana residente ad Eboli. Il tumore in meno di 12 mesi se l’è portata via. Tanto in fretta che non abbiamo avuto tempo di pensare alla sepoltura. Credevamo fosse semplice tumularla nel ‘nostro’ cimitero di Eboli. Abbiamo però scoperto che non c’è un’area destinata ai defunti di fede islamica. Esiste una sezione per i non cattolici, per i non cristiani. Essa, però, è consacrata e vi sono presenti simboli religiosi come le croci. L’Islam invece prevede che non vi siano foto, statue, croci e simboli. Allora ho proposto al Comune – mostratosi d’accordo – di creare una piccola zona per le sepolture islamiche in una aiuola all’ingresso dell’area cimiteriale. Basta per appena tre sepolture”.
Qui la situazione si ingarbuglia: “Il primo fermo ha riguardato alcune irregolarità amministrative in capo alla ditta. Sanate le quali, però, è intervenuto un blocco da parte della Regione che con comunica, evidentemente, con il Comune. Chiediamo alla Regione si sbloccare l’ultima autorizzazione. Per dare dignità alla sepoltura di mia madre”.