Napoli – “Nel marzo 2021 resi noto che 12 dipendenti sanitari del’Asl Napoli 1 si erano ‘gonfiati’ gli stipendi fino a 9.000 euro al mese (uno di loro era arrivato a 35.000 euro) per un totale di circa 150mila euro in più su alcuni mesi. Si trattava dei dipendenti di alcuni ospedali napoletani, in particolare del Loreto Mare e dell’Ospedale del Mare. L’Azienda sanitaria avviò l’iter per il recupero delle somme percepite in maniera indebita con trattenute sullo stipendio“. Lo ricorda, in una nota, il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli.
“I presunti beneficiari, – continua Borrelli – insieme con chi predisponeva e consentiva tutto, furono denunciati dalla direzione, le parole espresse da Francesco Emilio Borrelli consigliere regionale di Europa Verde e membro della commissione Sanità. A quanto sembra il fenomeno era molto più esteso di quello che era apparso in un primo momento – prosegue Borrelli – adesso occorrerà procedere le sospensioni e anche con i licenziamenti. Sono condotte inammissibili e vanno punite con il massimo della durezza. Intanto stiamo ancora attendendo il processo per i furbetti del cartellino al Loreto Mare. Il riferimento è a quanto avvenuto nel 2017, quando 87 tra infermieri, impiegati e medici dell’ospedale Loreto Mare vennero rinviati a giudizio per assenteismo; dipendenti che usavano il badge con disinvoltura, così da risultare presenti mentre invece erano distanti dal posto di lavoro”, conclude il consigliere regionale.
L’Asl Napoli 1 ha reso noti i profili professionali, non i nomi, degli indagati dalla Procura di Napoli per l’inserimento negli stipendi di surplus di denaro non dovuti. Si tratta di otto profili amministrativi, sei infermieri, due tecnici di radiologia, un operatore sociosanitario e quattro autisti, di cui tre per ambulanze, più un esterno non dipendente.
L’Asl rende anche noto di avere degli atti in via di emanazione nei confronti di queste persone. Con decorrenza immediata si va da tre sospensioni dal servizio per un anno, come da ordinanza, a cinque sospensioni dal servizio per 30 giorni nelle more dell’esito del provvedimento disciplinare, un trasferimento d’ufficio ad altra articolazione aziendale.
Verranno poi messi in campo 18 avvisi di provvedimento disciplinare (per quattro non è possibile in quanto già collocati in quiescenza), e 15 decreti ingiuntivi per recupero somme ad integrazione di richieste già avviate nei mesi precedenti.