Santa Maria Capua Vetere (Ce) – Si saprà nell’udienza del prossimo 3 febbraio quante saranno le parti civili – oltre 90 le richieste inoltrate – ammesse al processo sui pestaggi ai danni dei detenuti avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) il 6 aprile 2020; 108 gli imputati tra agenti della Polizia penitenziaria e funzionari del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria). Il giudice per l’udienza preliminare Pasquale D’Angelo, dopo aver raccolto le eccezioni avanzate dagli avvocati degli imputati, ha deciso nell’udienza di oggi di prendersi una settimana per sciogliere la riserva. Sono ottantasei i detenuti vittime dei pestaggi – sui circa duecento individuati dalla Procura – ad aver chiesto di costituirsi parte civile nel processo; gli ultimi sei si sono aggiunti stamani, ma gli altri hanno tempo fino all’inizio del dibattimento. Il 3 febbraio il giudice dovrà decidere anche se ammettere al processo quattro associazioni, enti come l’Asl di Caserta e il ministero della Giustizia, e il garante regionale dei detenuti Samuele Ciambriello, che con le sue denunce ha dato il via all’indagine sulle violenze commesse nel carcere casertano; sulla richiesta di ammissione presentata da Francesco Piccirillo, legale di Ciambriello, gli avvocati di molti imputati hanno sollevato delle eccezioni, chiedendo al giudice di non far entrare nel processo il garante. Altre eccezioni hanno riguardato la richiesta avanzata dalle associazioni, di cui è stata contestata la genericità. Il gup dovrà inoltre dirimere la questione tecnico-giuridica relativa al Ministero di Grazia e Giustizia, che alcuni detenuti vogliono citare come responsabile civile, per cui il Dicastero di Via Arenula potrebbe trovarsi nella doppia veste di parte civile contro gli agenti imputati e di responsabile per le condotte degli stessi, chiamato dunque tanto a chiedere i danni ai poliziotti quanto a risarcire quelli provocati dagli stessi nelle esercizio delle loro funzioni.
Violenze in carcere: a febbraio decisione su parti civili
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