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NAPOLI – Domani, in consiglio comunale approda il Salva-Napoli, l’accordo che la giunta Manfredi ha stilato col Governo Draghi al fine di salvare Palazzo San Giacomo dal baratro in cui era spinto da 5 miliardi di debito, il lascito di De Magistris e dei suoi predecessori.

Palazzo Chigi è pronto a sborsare 1,3 miliardi di euro. Ma non c’è un attimo da perdere: per mettere nero su bianco l’accordo entro la data fissata del 15 febbraio, bisogna passare prima per il consiglio comunale.

Per questo, già stamattina il centrodestra napoletano ha voluto dire la sua.

E le parole più interessanti sono uscite dalla bocca di Salvatore Guangi, consigliere di Forza Italia di lungo corso. Il quale ha mostrato una certa nostalgia per i tempi di Alfredo Romeo, l’imprenditore a cui il Comune aveva affidato la gestione dei beni immobiliari, e un certo realismo nell’indicare le oltre 40.000 pratiche di condono come l’unico, vero possibile tesoro per le casse comunali.

E quindi: “Il Salva-Napoli di Manfredi mi pare un copia e incolla della passata amministrazione De Magistris, una minestra riscaldata – ha avvertito il rappresentante del partito di Berlusconi – Per rientrare dal debito, anche la giunta Manfredi indica la valorizzazione e la conseguente dismissione del patrimonio immobiliare dell’ente. Ma come ha intenzione di procedere? Il nostro patrimonio vale tra 1,2 e 1,3 miliardi di euro (precisamente un altro Salva-Napoli, ndr). Tuttavia, quando si è trattatato di farlo fruttare passando dalle parole ai fatti, devo ricordare che, fino al 2012, all’epoca della gestione di Alfredo Romeo, ne stavamo ricavando 120 milioni. Ora, con la Napoli Servizi, siamo fermi a 20… Ecco, io non sono amico di nessuno – ha concluso Guangi – ma i numeri mi sembrano evidenti…”.

La ripubblicizzazione della gestione dei beni immobiliari, insomma, per il centrodestra, non si è rivelata una buona idea. Ma comunque, il suo leader, Catello Maresca, ha battuto su un altro tasto: “Domani, in consiglio comunale, presenteremo un ordine del giorno con il quale vorremmo vincolare la giunta a non aumentare le tasse: sarebbe la scelta più facile, ma anche la più sbagliata per rientrare dal debito”.

“Una scelta del genere presa adesso, inoltre – ha fatto presente l’ex candidato sindaco, seduto accanto. oltre che a Guangi, a Giorgio Longobardi (Fdi), Bianca D’Angelo (Napoli Capitale), Rosaria Borrelli (Essere Napoli) e Rosario Palumbo (Cambiamo!) – inevitabilmente peserebbe sulla città per i prossimi 20 anni: per tutto il tempo del Salva-Napoli, vale a dire. E poichè ci auguriamo un sano avvicendamento alla guida di Palazzo San Giacomo – ha sorriso – sarebbe a quel punto complicato avallare scelte sbagliate: non vorremmo che Napoli fosse l’unica città con l’addizionale Irpef aumentata oltre il consentito, ad esempio”.