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Benevento – “Egr. Dirigenti scolastici, 
quali genitori di alunni ed alunne di istituti scolastici colpiti dall’ordinanza di chiusura regionale ed a seguito della quale è stata comunicata l’attivazione della DAD da lunedì 10 gennaio, volevamo sottoporre alla Vs attenzione poche e brevi riflessioni.
Non riteniamo di dover entrare nelle valutazioni di legittimità né del provvedimento della Regione, che ha solo sospeso le lezioni in presenza ma non disposto la DAD, né delle conseguenti misure da Voi adottate per la didattica, pur consapevoli della chiarezza della norma di cui all’art. 1 del DL 111/2021 che consente tale facoltà solo in zona rossa; non è questa certamente la sede e comprendiamo gli enormi sforzi fatti dagli Istituti scolastici per garantire il funzionamento regolare del servizio scolastico”. Così in una nota il Comitato Genitori per la scuola Benevento.
“Allo stesso modo, tuttavia, – prosegue la nota – non possiamo tacere che ormai siamo al terzo anno scolastico dall’insorgenza della pandemia e siamo ancora noi famiglie a dover sopportare il costo emotivo, organizzativo ed economico di scelte che, come lo scorso anno, riguardano solo e soltanto la Regione Campania.
La chiusura delle scuole del primo ciclo, ossia proprio quello che necessita della presenza e dell’aiuto costante di un adulto, genera, quando tutto il resto è aperto, enormi difficoltà che non vengono affatto considerate.
Con l’entrata in vigore delle nuove norme nazionali – che garantivano la chiusura solo in zona rossa, accogliendo il principio da noi fortemente sostenuto e condiviso che la scuola dovesse essere l’ultima ad essere chiusa e la prima ad essere aperta – pensavamo di esserci lasciati alle spalle la pesante e ancora incomprensibile discriminazione degli studenti campani rispetto ai loro coetanei di altre regioni.
Invece oggi ci troviamo al punto di partenza: proprio la scuola, che dovrebbe avere tra i suoi obiettivi primari il contrasto alla discriminazione, si trova a determinare evidenti diseguaglianze tra i discenti.
Siamo allo stremo e non abbiamo più la forza di affrontare da soli questa ennesima chiusura che, sappiamo ormai per esperienza, potrebbe andare ben oltre la data stabilita dall’ordinanza.
Ci troviamo, ancora una volta, da soli a dividerci tra il lavoro e la necessaria presenza in casa durante l’orario scolastico; siamo quindi costretti a dover ricorrere o all’aiuto dei nonni (soggetti fragili che dovremmo tutelare) o di altri familiari disponibili, per chi li ha e sempre che siano in grado di destreggiarsi con la tecnologia, oppure, senza alcun contributo, perché ovviamente non previsto nell’ipotesi di chiusure stabilite da ordinanze regionali, a rivolgerci, per chi ne ha la possibilità economica, a persone terze.
Anche questo genererà discriminazioni tra le famiglie che hanno risorse, familiari e/o economiche, e quelle che invece ne sono sprovviste; ancora una volta la scuola, presidio di democrazia, fallirà la sua funzione.
In considerazione di quanto rappresentato chiediamo che venga espressamente previsto che la mancata presenza in Dad NON venga considerata assenza, ciò al fine di non aggiungere un ulteriore danno per le famiglie in difficoltà.
Confidando nella comprensione e collaborazione che ha contraddistinto e dovrà sempre contraddistinguere la relazione Scuola – famiglie porgiamo cordiali saluti.