Tutto rinviato. Salvo ulteriori imprevisti – mai da escludere di questi tempi – l’assise del Pd si celebrerà tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo. A fermare le bocce è stato il commissario Enrico Borghi che nella giornata di ieri (leggi qui) ha comunicato la decisione di differire di un mese tutte le scadenze congressuali.
La più imminente, tra l’altro, era in programma per lunedì prossimo 10 gennaio quando sarebbero scaduti i termini per la presentazione delle candidature alla segreteria provinciale. Se ne riparlerà tra una trentina di giorni.
Dalla sede di corso Garibaldi, però, è filtrata nelle ultime ore un’altra notizia di interesse per la comunità Dem beneventana. Si è riunita nei giorni scorsi, infatti, la Commissione Provinciale per il Congresso. Tra gli argomenti all’ordine del giorno figurava anche la verifica dei requisiti per l’iscrizione al partito per l’anno 2021. Tema decisamente caldo considerata la scelta dell’area deluchiana di partecipare autonomamente – e in aperta contrapposizione al Pd ufficiale – sia alle elezioni comunali nella Città Capoluogo che alle provinciali di dicembre.
Ebbene, come da previsioni, la Commissione ha respinto la richiesta di iscrizione al Partito Democratico presentata da coloro che nelle sfide per palazzo Mosti e per la Rocca dei Rettori hanno gareggiato sotto le insegne di ‘Essere Democratici’. Nello specifico, stando ai soliti beneinformati, sarebbero 9 le tessere bocciate dalla Commissione. Porte chiuse – per il 2021 e per il 2022 – per Raffaele Del Vecchio e Giuseppe Lamparelli, fondatori di ‘Essere Democratici’ così come per Rossano Insogna che figurava anche tra i presentatori della lista Ed alle provinciali.
Stesso esito negativo hanno avuto le procedure di iscrizione di Cosimo Lepore, Mario Landolfi, Alfonso Topputo, Elia Francesca Pacelli, Alfonso Ciervo e Domenico Vessichelli (sindaco di Paduli): Lepore si era candidato alle comunali, gli altri hanno concorso alle provinciali con Ciervo che è risultato anche eletto.
A tutti è contestata la violazione dello Statuto Nazionale del Pd che impone agli iscritti e alle iscritte il dovere di sostenere lealmente i candidati di partito alle varie cariche istituzionali.
Partita chiusa? Vedremo. Non è affatto da escludere un ricorso da parte dei diretti interessati. Prima ancora, però, bisognerà attendere le decisioni di Borghi e degli organi competenti nazionali a cui sarà sottoposto l’intero deliberato.