Salerno– Sono quattro i tratti di mare salernitani per i quali, allo stato, scatterebbe il divieto di balneazione a causa di livelli di inquinamento tali da determinare la classificazione qualitativa ‘scarsa’ delle proprie acque da parte dell’Arpac e, quindi, della Regione Campania.
Si tratta delle acque di Spineta Nuova di Battipaglia, Magazzeno di Pontecagnano Faiano, Marmorata di Ravello, Est fiume Irno di Salerno.
L’Arpac ha trasmesso i dati alla Regione Campania ed al Ministero. La tabella completa è stata pubblicata sull’ultimo Burc.
Iter – Compete alle Regioni la classificazione delle acque di balneazione. A seguito della valutazione, le Regioni classificano ogni anno le acque secondo quattro classi di qualità: scarsa, sufficiente, buona, eccellente.
Il monitoraggio stagionale sulla qualità delle acque adibite alla balneazione è svolto dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Campania (ARPAC) (Ente strumentale della Regione Campania) quale struttura di supporto tecnico regionale.
La valutazione è effettuata dall’ARPA Campania sulla base della serie dei dati sulla qualità delle acque di balneazione relativa alla ultima stagione balneare e alle tre stagioni balneari precedenti, con un set di dati comprendente almeno 16 campioni.
L’ARPAC ha provveduto alla valutazione e alla classificazione dei tratti di mare destinati alla balneazione. Gli esiti sono agli atti della Direzione Generale per la Tutela della Salute e il Coordinamento del SSR.
Tutte le acque la cui classificazione è risultata eccellente, buona, sufficiente e quelle definite ‘nuova classificazione’ sono da considerarsi balneabili ad inizio stagione balneare 2022 ma suscettibili a divieto temporaneo di balneazione in caso di esiti sfavorevoli durante la campagna di monitoraggio.
La classe di qualità per le acque individuate come ‘nuova classificazione’ sarà assegnata al completamento del set di dati comprendente almeno 16 campioni, anche riferiti a meno di quattro stagioni balneari.
Le acque di balneazione classificate di qualità ‘scarsa’ e, pertanto, vietate temporaneamente alla balneazione, devono essere, ai fini della tutela della salute pubblica, gestite e trattate in modo tale da assicurare l’osservanza delle prescrizioni. Devono essere adottati i seguenti provvedimenti: adeguate misure di gestione, incluso l’ordinanza di divieto di balneazione, per impedire l’esposizione dei bagnanti all’inquinamento; individuazione delle cause e delle ragioni del mancato raggiungimento dello status qualitativo ‘sufficiente’; adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento; avvertire il pubblico mediante un segnale chiaro e semplice ed informarlo delle cause dell’inquinamento e dei provvedimenti adottati.
Per le acque risultate ‘scarse’ i Comuni interessati trasmettono al Ministero della Salute ed alla Regione i provvedimenti di divieto di balneazione provvedendo contestualmente alla trasmissione telematica nell’apposita sezione del portale acque del Ministero della Salute.
Nel principio di massima tutela del bagnante, ove ritenuto opportuno è possibile istituire controlli con frequenza maggiore e prevedere eventuali campionamenti aggiuntivi di studio in corrispondenza di zone con potenziale rischio di inquinamento.
Regione – La Regione, quindi, delibera “di rinviare a successivo ed apposito atto deliberativo, entro la data stabilita del 1 marzo 2022, l’approvazione dell’elenco delle acque adibite e non adibite alla balneazione e dei punti di monitoraggio per la stagione balneare 2022”.
Immagine di repertorio.