Tempo di lettura: 3 minuti

Vogliamo giustizia, non deve succedere mai più una tragedia del genere“. Lo chiedono familiari e amici di Santo Romano, il giovane ucciso lo scorso anno a San Sebastiano al Vesuvio dopo una lite per un paio di scarpe sporcate, radunati all’esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli per la seconda udienza del processo al 17enne imputato del delitto, avvenuto la notte tra l’1 e 2 novembre a San Sebastiano al Vesuvio, in provincia di Napoli. La sentenza potrebbe arrivare in giornata.
Amici e conoscenti esibiscono un cartellino al collo con su scritto ‘L’Esercito di Santo’, pagina creata su Tik Tok in memoria della vittima e contro la violenza. Davanti alla sede del Tribunale per i Minorenni tanti striscioni e foto che ricordano Santo Romano, ucciso per un movente assurdo: a fare scattare la lite sfociata nell’omicidio, infatti, fu un paio di scarpe Gucci sporcate. La vittima, giovane promessa del calcio, 19 anni, militava come portiere nella squadra di Eccellenza Asd Micri di Pomigliano d’Arco. 

“Il mio appello è che venga fatta giustizia vera. Non solo per Santo ma per tutte le vittime innocenti. Stanno morendo tanti ragazzi, basta. Noi mamme non possiamo più piangere i nostri figli per futilità, siamo tutti genitori e noi genitori diciamo basta”. Così Filomena De Mare, la mamma di Santo Romano, risponde ai cronisti, all’ esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli dove si tiene la seconda udienza del processo al 17enne accusato di aver ucciso Santo nel novembre scorso dopo una lite per un paio di scarpe di lusso sporcate.
“Mi chiedo quando lo Stato inizierà a dire basta e a fermare tutto questo. Mi aspetto una pena giusta, una pena severa ma soprattutto una pena da scontare davvero. Non possiamo fare le tarantelle o i Pulcinella, condannare a 15 o 20 anni e poi in appello si scala, poi in Cassazione si scala e poi diamo il premio e poi ancora un altro. E alla fine una pena così grande si riduce a 5 anni. No, se un giudice condanna a quindici anni che siano scontati tutti e quindici”. La madre di Santo è entrata ora nel Tribunale accompagnata dal grido “giustizia” di parenti e amici radunati all’esterno.

“Una giustizia vera, severa e soprattutto certa”. E’ l’ appello che lancia Simona, la fidanzata di Santo Romano all’ esterno del Tribunale per i Minorenni di Napoli, in attesa della sentenza per l’omicidio del giovane per il quale è imputato un 17enne.
 “Quindi, quale che sia la pena, io mi auguro sia il massimo, che possa essere scontata tutta dall’inizio fino alla fine senza sconti nè premi, nè permessi. Che possa pagare fino in fondo”.