“Ti conviene dirmi dove sei”, “mo’ è guerra”, “Vuoi che faccia il cattivo” oppure “vedi dopo che succede”. Non vuole uscire di casa perché teme di essere aggredita la studentessa di 25 anni che la settimana scorsa ha denunciato ai carabinieri di Napoli il suo ex fidanzato per stalking e minacce. La ragazza, originaria del Salernitano ma a Napoli per i suoi studi, ha avuto una breve relazione con il ragazzo che poi ha cominciato a tormentarla.
Ai militari dell’arma, che hanno subito attivato un “codice rosso”, ha consegnato chat e messaggi vocali in cui ci sono anche minacce di morte. La situazione per lei si è aggravata nel periodo pasquale e dal giorno in cui si è presentata in caserma si è chiusa in casa terrorizzata.
Il giovane, però, secondo quanto si è appreso, non ha mollato la presa e continua telefonare utilizzando un numero privato.
Per metterle ancora più ansia il giovane le ha anche detto di essere stato in carcere per omicidio e di essere pronto ad accoltellare o a sparare i suoi amici per ritorsione.
Tra gli episodi subiti inseriti nella denuncia figura anche una frase: “Mi ha minacciato mostrando un coltello in videochiamata, – si legge nell’esposto – riferendomi di avere anche una pistola in casa, dicendomi poi testuali parole ‘devi dirmi tu che cosa devo usare’… io terrorizzata da tali frasi iniziavo a piangere in preda a una crisi”.
Ai militari dell’arma, che hanno subito attivato un “codice rosso”, ha consegnato chat e messaggi vocali in cui ci sono anche minacce di morte. La situazione per lei si è aggravata nel periodo pasquale e dal giorno in cui si è presentata in caserma si è chiusa in casa terrorizzata.
Il giovane, però, secondo quanto si è appreso, non ha mollato la presa e continua telefonare utilizzando un numero privato.
Per metterle ancora più ansia il giovane le ha anche detto di essere stato in carcere per omicidio e di essere pronto ad accoltellare o a sparare i suoi amici per ritorsione.
Tra gli episodi subiti inseriti nella denuncia figura anche una frase: “Mi ha minacciato mostrando un coltello in videochiamata, – si legge nell’esposto – riferendomi di avere anche una pistola in casa, dicendomi poi testuali parole ‘devi dirmi tu che cosa devo usare’… io terrorizzata da tali frasi iniziavo a piangere in preda a una crisi”.