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Da Napoli a Caltagirone per truffare gli anziani. E’ quanto hanno scoperto i carabinieri che dalla centrale operativa, nel quartiere Stella, sono arrivati alle vittime, in Sicilia.
E’ partito tutto da Napoli e da un vero e proprio quartier generale delle truffe. E’ lì che i militari fanno irruzione, dopo aver sentito l’inquivocabile frase “dite alla signora che sono l’avvocato….”. Passano pochi minuti, si entra in casa con non poche difficoltà e i carabinieri bloccano tre persone al loro interno che tentano di disfarsi delle prove. Nell’appartamento il 26enne Antonio Palmieri, il 25enne Francesco Renna e un 16enne. I maggiorenni sono entrambi già noti alle forze dell’ordine mentre il minorenne è incensurato. Sono tutti del posto.
I militari cristallizzano la scena e trovano sul tavolino 5 telefoni cellulari e numerosi appunti. Su quei fogli a quadretti spunti e indicazioni per truffare le vittime. Dall’indirizzo della caserma dei carabinieri di Caltagirone ai numeri di telefono delle vittime passando per annotazioni che riguardano la sfera personale della persona individuata come ad esempio il parente che è defunto. Frasi, parole e nomi di figli e parenti da ricordare per non perdere il filo della conversazione ed essere precisi e puntuali durante la telefonata senza lasciare nulla al caso. Sui cellulari nel registro chiamate risulta ripetersi continuamente il prefisso 0933 del Comune di Caltagirone.
I carabinieri raccolgono i primi indizi e contattano colleghi siciliani. In una stretta e rapida sinergia info-operativa i militari partenopei e quelli di Caltagirone ricostruiscono la vicenda tra intrecci di telefonate e tentativi di truffa.Tra le truffe messe in atto anche un episodio in cui si desiste dal consumare la truffa in danno di una 80enne visto che “non conviene, solo 230 euro”.
In quel piccolo appartamento i tre napoletani stavano truffando alcuni cittadini siciliani che i militari del posto hanno raggiunto e rassicurato. Reati pianificati a centinaia di chilometri di distanza sui quali sono in corso ancora indagini per scoprire l’identità di chi fisicamente fosse il “galoppino” che avrebbe messo le mani nelle tasche di anziani spaventati. I maggiorenni sono stati arrestati mentre il 16enne denunciato. Dovranno rispondere di truffa aggravata in concorso.