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Torna a incontrare la stampa il presidente Vigorito e lo fa con l’aggiunta delle ‘domande da casa’. Un incontro alla vigilia dell’ultima giornata di campionato per il massimo dirigente del Benevento in una stagione che definire caotica è poco. Un anno con tutto e il contrario di tutto, quello dei giovani da valorizzare col rischio di bruciarli, quella della vetta nella prima parte e del crollo nella seconda. Dell‘esonero di Auteri, nel pieno rispetto di un programma, alla chiamata di Pazienza con l’ex Avellino che è durato come neve al sole, soprattutto senza aver dato un contributo in termini di variazione sul tema.

Il Benevento era in caduta libera prima e lo è stato fino alla gara interna col Trapani. E non tragga in inganno la vittoria sul campo del Cerignola: una rondine che non ha fatto primavera. Anzi. C’è tutto questo nell’incontro del presidente Vigorito con la stampa.

DOMANDE TIFOSI – La partenza e’ di quelle atipiche, quasi un messaggio ‘urbi et orbi’ a rete unificata. Un filo diretto per togliere dubbi e togliere ogni velo su cose accadute. interrotto un silenzio che va spiegato e va fatto in maniera non professionale. 

SOCIETA’ POCO SANNITAIl Benevento da lavoro a 88 persone esclusi i calciatori e 59 sono beneventani. in una citta’ si vive insieme ai cittadini. Tutto cio’ che era possibile e’ stato affidato ai beneventani.

ANDAMENTO, SQUADRA E FUTURONon attraversiamo un momento facile, o meglio una fase. C’e’ amarezza da parte della societa’, una profonda analisi con gli addetti ai lavori per cercare di capire i motivi di una svolta che non e’ arrivata. Questa confusione nasce dal fatto che attorno c’e’ confusione ed e’ difficile vedere un obiettivo. Mi auguro che si possa superare per fare un buon play off. Stiamo parlando da ultimi in classifica e per altre piazze raggiungere un play off e’ un sogno. Mi auguro che con l’aiuto di tutti, ci si possa mettere di nuovo a cavallo per un buon finale di campionato prolungato. Il futuro? E’ difficile fare discorsi sul calcio. Io ho paura di chi fa profezie e io non ne faccio. Io faccio impegni e parlo agli uomini di buona fede. Dopo la gara contro il Cerignola, abbiamo scontentato tre tifoserie in una partita sola. Molti di Benevento hanno immaginato che tutto potesse essere una cospirazione per far salire l’Avellino in B. Noi siamo andati in A, loro erano in C. Se avessi avuto poteri li avrei spesi per il Benevento. Immaginare di tifare un’altra squadra a dispetto della mia e’ da pazzi. L’impegno ce l’ho per il Benevento calcio ma ho 150 dipendenti che lavorano su Avellino e devono avere la presenza del loro datore di lavoro.  In 4 anni abbiamo speso 60 milioni di euro e solo per il Benevento. Pensare che andiamo a Cerignola a vincere per dare il campionato all’Avellino e’ da pazzi. E questo mi e’ dispiaciuto: pensare che io abbia venduto i miei colori per far vincere qualche altra squadra. Mi ha tolto la parola.

Se viene qualcuno con un portafoglio diverso vado via ma io non voglio andare via, anche perche’ qualcuno con questo portafoglio non e’ mai venuto da me. Voglio investire nel calcio, voglio vedere il sorriso dei bambini. Vigorito rilancia e spero che i play off possano andare bene. La politica del domani e’ rinforzare il settore giovanile e rendere la squadra sempre piu’ frutto del proprio vivaio.

SPOGLIATOIO – Una persona che gestisce una societa’ si fa sempre un’idea di cio’ che succede in una squadra. Non devo dare conto di quanto tempo passo con la squadra. Ho speso 60 milioni e non passo del tempo con la squadra significa dover essere internati. A Benevento ho trovato persone che mi hanno esprimere la mia passione e quando una cosa si fa con passione ce’ il vantaggio del superare gli ostacoli ma si creano simpatie e antipatie. Non si parla di voler snobbare la mia squadra, e’ il rispetto che qualcuno non conosce e che viene interpretato a senso unico. Nelle mie aziende ascolto gli altri e pago chi mi da’ soluzioni. Io non credo che chi sta fuori abbia la verita’, la verita’ ce l’ha chi fa questo lavoro. Questi luoghi comuni, tipici di una mentalita’ di rapporto diretto coi calciatori, non fanno parte della mia mentalita’. Le scelte fatte si fanno quando si devono fare. Siamo partiti con un gruppo di giovani e avremmo fatto di tutto per migliorare la posizione. Abbiamo parlato di ridimensionamento e avere una squadra dal sangue giallorosso. Molti giovani sarebbero stati soggetti alle valutazioni dell’allenatore. Non va bene ascoltare le telefonatine e gli informatori. Se ho un allenatore e un direttore che mi dicono che questa e’ la strada io li ascolto. Io pensavo che i giovani avrebbero avuto tanta difficolta’ e invece e’ andata al contrario e dopo 19 gare sei al primo posto, allora non pensi di aver sbagliato anzi ti viene anche quella presunzione di aver beccato le scelte giuste. Il Benevento calcio e’ stato additato come esempio virtuoso. Abbiamo provato, siamo tornati dalle vacanze, siamo tornati da una preparazione ed e’ cambiato tutto.

MERCATO – Ho sbagliato nel non prendere un altro calciatore. Un analisi con tutti gli addetti ai lavori, abbiamo guardato in giro con uno scouting fatto di sette persone. Tutti hanno detto che in giro calciatori piu’ bravi dei nostri non ce n’erano. Ho letto del centravanti strutturato e tante altre cose. Quando e’ stato detto che su poteva rompere il giocattolo, allora abbiamo pensato di rischiare e non prendere nessuno. Ho mandato una persona Milano per fargli prendere un calciatore, ho parlato con 4 presidenti per un giocatore in difesa. Un giocatore che valeva 60mila euro mi sono sentito chiedere 2 milioni ma era una rapina. Riparlando coi collaboratori, mi hanno detto che ne potevamo fare a meno. La colpa non e’ di nessuno, ci sono state tre persone che sono arrivate a una conclusione che si e’ rivelata sbagliata. Noi non eravamo sicuri di vincere pur cambiando.  E io spendo 12 milioni al mese, e’ impensabile che io non voglia andare in B.

PAZIENZA, AUTERI E I GIOVANINon aveva le stimmate del traditore Pazienza. Poteva cambiare secondo i regolmento e lo avevo osservato e volevo prenderlo l’anno scorso al posto di Andreoletti, allenatore vituperato come De Zerbi, tutti tecnici che hanno avuto successo. Pazienza e’ un buon allenatore. L’errore non e’ stato licenziare Auteri che e’ stato licenziato per pochi punti, come Pazienza. E abbiamo richiamato Auteri perche’ una squadra nata per lui, difficilmente avrebbe trovato un altro allenatore capace di essere seguito. Il lavoro non e’ amicizia, il lavoro si paga da entrambe le parti. Spero che Auteri ritrovi lo smalto di inizio stagione. Noi continuiamo col nostro progetto fatto di giovani e vi garantisco che offerte milionarie ne ho sul tavolo. Tutti ragazzi messi sotto contratto per non perderli. Ci sono ragazzi da quali si puo’ ripartire, alcuni sono molto interessanti e legati alla maglia giallorossa. Altri dovranno andare a maturare da altra parte e altri ancora saranno lasciati liberi. Poi stara’ al tecnico, nuovo o confermato che sia, fare tutte le valutazioni.

TIFOSI – E’ giusto ma la protesta non deve nascondere la malafede. Io mi faccio tutte le trasferte coi tifosi e non parlo di campionati importanti. Io ci vado perche’ amo la Serie C e la nostra realta’ e’ questa. Siamo stato in serie A e nell’anno del Covid non c’era ovviamente nessuno. Poi abbiamo visto i tifosi del Napoli, della Juventus, del Milan qui. Ho sognato lo scorso anno, ho sognato quest’anno ma avevo parlato di un programma di tre anni. C’e’ la contestazione, inutile negarlo. In una diatriba, io non ho offeso nessuno e dire che siamo pochi non e’ un’offesa ma un dato matematico. Ricevere le offese dagli spalti vale di piu’ rispetto a dire che siamo pochi allo stadio. Le critiche le accetto tutte, odio gli insulti, le menzogne e le calunnie. Non ho mai pensato di fare la guerra al pubblico, mi dispiace perche’ li vorrei vedere felici e vicini alla squadra. Non serve fischiarli dal 1′ al 90′ e col Trapani si sono comportati molto bene e vorrei fosse cosi’ e alla fine dei giochi, una volta filtrati i sentimenti, si potra’ ripartire con una squadra migliore. Il popolo sannita ti aiuta sempre e di questo ne sono convinto. Mettermi in conflitto con gli spettatori non e’ cosa giusta ne’ mi piace. Ma devo dire che non e’ una catastrofe, c’e’ una parte di tifosi che contesta ma c’e’ stata anche una parte che ha contestato i contestatori. Non e’ cosi’ catastrofica la situazione come la si vuol mostrare. Lo so che qualcuno protesta ma ci tengono tutti alla squadra. Dai tifosi io ho imparato il rispetto. 

CALCIOSCOMMESSE – Mi disturba dal volere andare va dal calcio ma certi atti di vigliaccheria non vanno premiati per farla pagare a persone perbene che stanno in questa citta’. Ho fatto forza su me stesso. Sono stato poco attento e difficilmente si ripetono errori se sono attento. Devo tornare a essere il leader e il simbolo di questa societa’. Siamo l’esempio che ci possiamo alzare. Chi spende soldi non lo fa per affari ma per stare tutti accanto. 

CARLI E AUTERI – Auteri e’ una persona trasparente e sta facendo un ottimo lavoro. A fine campionato vedremo e ne parliamo, ascoltiamo le sue idee e puo’ darsi che a lui non piaccia questa idea e ne vedremo. E’ un tecnico molto ricercato e ho avuto la fortuna di trovarlo quando era in pausa. Siamo tutti colpevoli alla stessa maniera. Carli non e’ stato mandato a Milano per fare ‘spettacolo’.

EX CALCIATORI NEL BENEVENTO – Marotta probabilmente avra’ un ruolo nel Benevento nel futuro, Lopez si e’ proposto tante volte. Ma non sono beneventani. Ottimi ragazzi in tutto e per tutto, su questo non ci piove. Abbiamo 59 sanniti a lavoro con me, e anche questi devono passare il senso di appartenenza, non solo calciatori. Anche i dottori sono beneventani e tifosi della Strega. Servono ottimi professionisti in primis perche’ questo conta. Gori? Quando e’ venuto qui tutti si sono informati su chi era e quando arrivo’ arrivarono le prime critiche a me. E’ andato via, poi e’ tornato. Lo scorso anno, quando la barca stava affondando ha deciso di prendersi un anno sabbatico e ha deciso di andare via. Oggi sarebbe difficile richiamarlo perche’ dovremmo mandare via chi c’e’. Ormai gioca a tirare in porta, non sta piu’ tra i pali. Quando uno va via, ha deciso. La chiave ce l’ho io e in questo momento non sarebbe neanche giusto. Alessandro Bruno da calciatore si e’ sempre proposto ma non abbiamo mai trovato l’accordo, ha ragionato da calciatore.