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Il Napoli è in vetta, ma con i nervi tesi allo spasimo. Almeno quelli del suo tecnico: dopo gli sfoghi senza remore prima e dopo il match di Monza, Antonio Conte si fa notare anche per un plateale battibecco con i suoi tifosi, ripreso dalle telecamere dopo il gol del successo di McTominay. E così, quando mancano cinque giornate al termine e il Napoli gode di un calendario più favorevole rispetto all’Inter (oltre che della mancanza degli impegni delle Coppe che gravano sui nerazzurri), ci si chiede quali siano gli effetti del braccio di ferro che Conte ha ingaggiato con De Laurentiis, ma anche con la piazza.
Se qualcuno – ha detto sabato sera – mi avesse detto a inizio anno che il Napoli avrebbe combattuto con l’Inter dopo i 40 punti di distacco nello scorso anno, sarebbe stato internato. Stiamo facendo qualcosa di incredibile e inimmaginabile”. Poi la stoccata al presidente: “Non voglio deludere le persone, non mi voglio mettere a capo di una situazione che è un miracolo e non il frutto di una seria programmazione fatta nel tempo. Ho grande stima e affetto per il presidente, perchè mi hanno chiesto di venire qui a dare una mano e ho accettato, ma mi sono reso anche conto che il tifoso napoletano non si accontenta di mare, pizza e musica. Ha l’ambizione di vincere e se non vince diventa anche cattivo”.
E poi quello che appare un preavviso di divorzio, o almeno un aut aut: “Io devo calcolare tutto perché non sono stupido, devo avere armi perché se no diventa un gioco al massacro e io non voglio essere massacrato l’anno prossimo. Parleremo serenamente con il presidente, ma la Champions League è tornata a Napoli: per l’aiuto che lui mi ha chiesto, gli ho ridato tutto con gli interessi. Faccio tutto questo per i tifosi del Napoli e per me, però mi devo difendere. Se ce la faccio bene, altrimenti sarà stato un bel viaggio insieme”.
L’evidente malumore di Conte è per le scelte della società. Ad agosto aveva accettato di perdere Osimhen in cambio del suo pupillo Lukaku, ma poi a gennaio gli è stato scippato Kvaratskhelia, l’asso su cui aveva costruito il gioco e che De Laurentiis ha venduto al Psg, quando gli azzurri erano primi in classifica da soli. Se l’estate non vedrà un mercato di alto livello che ricostruisca una squadra per puntare allo scudetto e arrivare al top in Champions, Conte è pronto a salutare. Salvo ricevere impegni precisi già nelle prossime settimane, che rasserenino il clima quando lo scudetto di quest’anno può essere, malgrado tutto, più che mai a portata di mano.