E’ un Venerdì santo particolare per la città di Avellino, catapultata nell’ennesima crisi politica che in molti hanno definito la “via Crucis” del sindaco Laura Nargi.
Il Sindaco prende parte con la fascia tricolore prima la Santa Messa nella Cattedrale del Duomo, poi alla Processione, affiancata dall’assessore diretto suo riferimento, Alberto Bilotta, dal consigliere Gerardo Rocchetta e da Geppino Giacobbe, mentre poco più distante c’è il sindaco Gianluca Festa affiancato dal consigliere del suo gruppo “Davvero”, Vincenzo Picariello.
Va detto che Festa, prima ancora di essere eletto Sindaco non ha mai mancato una Processione, che sia Santa Rita, piuttosto che l’Assunta nel giorno di Ferragosto, così come quella del Corpus Dominus.
Nella piccola e composta folla non si vedono altri assessori e consiglieri che pure invece, in genere, hanno sempre preso parte alle Processioni cittadine. Un segnale inequivocabile della “guerra fredda” interna alla maggioranza.
Tocca al Vescovo Arturo Aiello appellarsi alla “Pace”, ” a riscoprire l’umanità che sembra perduta”, ad Avellino come nel Mondo intero afflitto da guerre, quelle che purtroppo mietono vittime innocenti.
“I confilitti imperversano- dice ancora Arturo- e anche nella nostra città si fa fatica a guadare al bene comune e si pensa solo all’orgoglio personale. In questa Avellino dove i contrasti sovrastano il bene comune che non è tenuto conto se non come fatto personale”.
Già nel Venerdì Santo il Vescovo aveva ricordato i “campi di concentramento e i gulag, sotto il fungo di morte di Hiroschima, nelle camere di tortura dei regimi sudamericani, nella devastazione del terremoto dell’80, tra le macerie delle Torri Gemelle, nelle camere di isolamento degli ammalati di Covid partiti senza una voce amica, nelle città distrutte in Ucraina e a Gaza, nelle violenze tra le mura domestiche, nella vasta gamma del dolore fisico, psichico, affettivo, mentale, sociale”.