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Una truffa studiata nei minimi dettagli, con ruoli ben definiti e una messinscena costruita a tavolino per ingannare un anziano solo in casa. Ma il copione non è andato a buon fine: grazie alla prontezza della vittima e all’intervento tempestivo dei Carabinieri, il piano criminale è fallito e i responsabili sono finiti in carcere.

Hanno lasciato il carcere di Potenza dopo l’udienza di convalida degli arrestiA. L. M., 30 anni, di Benevento, e A. L., appena 18enne, di Cassino. Nei loro confronti è stata applicata la misura cautelare degli arresti domiciliari.  I due erano finiti dietro le sbarre mercoledì il 16 aprile, e secondo quanto accertato dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Potenza, avevano messo in atto un raggiro ai danni di un anziano, con l’intento di sottrargli 3.800 euro e alcuni monili in oro. I due, difesi dall’avvocato Fabio Ficedolo, sono stati autorizzati a tornare nel Sannio senza scorta.

Truffa sventata a Potenza

Tutto è iniziato con una telefonata anonima al telefono fisso dell’anziano. Dall’altro capo della cornetta, una voce maschile si è finta il nipote dell’uomo: “Nonno, mi hai riconosciuto? Sto male, non posso uscire… Mi faresti un favore?”. Un pacco da ritirare alle Poste per la madre e un postino in arrivo a casa: questa la storia inventata per convincere l’uomo a consegnare del denaro. Ma non finisce qui. Subito dopo, l’anziano ha ricevuto un’altra telefonata sul suo cellulare da parte di un sedicente direttore dell’ufficio postale, poi ancora da un certo “Marco“, con l’obiettivo di tenere entrambe le linee occupate ed evitare che la vittima potesse contattare le forze dell’ordine. I truffatori sono arrivati a chiedere 3.800 euro, cifra che l’anziano non aveva, ma si è detto disposto a consegnare 1.500 euro e alcuni gioielli. L’uomo, però, insospettito, è riuscito a contattare il 112. La Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Potenza ha immediatamente attivato un’operazione d’emergenza: alcuni militari si sono appostati dentro casa della vittima, mentre altri hanno bloccato tutte le vie d’accesso al quartiere. Pochi minuti dopo, una Fiat 500 rossa – noleggiata – è stata notata aggirarsi nella zona. A bordo c’erano i due giovani. Il 30enne, con accento campano e abbigliamento sportivo scuro, è sceso dall’auto e, guidato telefonicamente da un complice, ha raggiunto l’abitazione della vittima, dove è stato immediatamente bloccato dai Carabinieri in borghese. La 18enne, rimasta alla guida, è stata fermata poco dopo nei pressi della scuola. I cellulari sequestrati ai due arrestati hanno confermato il coinvolgimento diretto: in entrambi i dispositivi era presente la fotografia del campanello dell’abitazione dell’anziano.