Tempo di lettura: 2 minuti
Importante sconto di pena – attraverso il riconoscimento della continuazione del reato con una precedente condanna – per tre imputati ritenuti dalla Dda di Napoli esponenti del clan Amato-Pagano: si tratta di Marco Di Liguori, Nicola Schiavone e di Domenico De Mase, accusati di avere imposto una tangente da 200mila euro a un imprenditore impegnato con la sua società nei lavori di costruzione della sede di una importante catena di supermercati.
    
La prima sezione della Corte d’appello di Napoli ha accolto le istanze presentate dal collegio difensivo – composto dagli avvocati Luigi Senese, Andrea Di Lorenzo e Lucia Boscaino – e ha ridotto a 4 mesi la condanna a 8 anni inflitta in primo grado.
    
Liguori (difeso dall’avvocato Luigi Senese) già condannato a 8 anni nel gennaio 2024 per avere ricoperto il ruolo di capo del clan Amato-Pagano, grazie alla continuazione tra quest’ultima condanna e l’estorsione si è visto riformulare la condanna finale a 8 anni e 4 mesi. Schiavone (difeso dagli avvocati Luigi Senese e Andrea Di Lorenzo) era stato condannato alla pena di 6 anni perchè ritenuto uno storico affiliato del medesimo clan guidato da Liguori, con compiti operativi nel settore delle estorsione. Con la sentenza della Corte d’appello è stato invece condannato a 6 anni e 4 mesi (6 anni per associazione mafiosa e 4 mesi per l’estorsione). Anche De Mase (difeso dagli avvocati Luigi Senese e Lucia Boscaino) ha ottenuto il riconoscimento della continuazione ma per tre sentenze di condanna: quella di 6 anni e 8 mesi, per associazione mafiosa; quella di 3 anni e un mese per tentativo di estorsione, e quella di 8 anni, rimediata in primo grado, per l’estorsione). Per lui la pena finale è stata riformulata a 8 anni e 8 mesi di reclusione.