Continua senza arresto l’azione di contrasto di droga nella Casa Circondariale di Napoli Poggioreale. L”ultimo episodio oggi, quando il personale di Polizia Penitenziaria in forza al reparto colloqui ha individuato e fermato una donna che avrebbe dovuto effettuare un colloquio con il proprio convivente. La notizia arriva dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria. Marianna Argenio, vicesegretario regionale, e Aniello Valentino, dirigente sindacale, informano che la droga era contenuta in un pacco e ben occultata nel cibo destinato al convivente. La donna è stata arrestata e condotta in carcere.
I sindacalisti evidenziano come “ancora una volta, il personale di polizia penitenziaria in servizio presso il carcere di Poggioreale ha consentito di interrompere il traffico illecito di sostanze stupefacenti. Il Sappe esprime il proprio compiacimento agli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria, che ogni giorno svolgono con professionalità i propri compiti, basti pensare che quotidianamente presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale vengono svolti circa 350 colloqui in presenza e 100 videochiamate in un settore, quello dei colloqui, dove lavorano circa 20 poliziotti in meno rispetto all’organico previsto”.
Il Sappe pone in risalto ancora una volta “la necessità di potenziare l’organico della Casa Circondariale di Napoli Poggioreale al fine di poter meglio gestire il sovraffollamento carcerario della struttura e, dunque, garantire maggiore sicurezza tanto ai poliziotti quanto ai ristretti. Attualmente, infatti, a fronte di 1571 posti della struttura partenopea sono presenti piu’ di 2000 detenuti”. “Nonostante le difficoltà”, concludono i due rappresentanti del primo Sindacato del Corpo, “il personale di polizia penitenziaria continua a svolgere con professionalità il proprio lavoro garantendo l’ordine e la sicurezza dell’intero reparto; tuttavia, si chiedono e si ribadisce la necessità di interventi concreti per porre fine ad una situazione di emergenza che perdura da troppo tempo e che rischia di compromettere irrimediabilmente le condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria oltre la sicurezza interna dell’istituto partenopeo”.
“L’ingresso illecito di cellulari e droga negli istituti è ormai un flusso continuo”, denuncia Donato Capece, segretario generale del SAPPE. “Le donne e gli uomini del Corpo sono quotidianamente impegnati nell’attività di contrasto all’introduzione di telefoni cellulari ed alla diffusione della droga nei penitenziari per adulti e minori. E nonostante la recente previsione di reato, nel Codice penale, per ingresso e detenzione illecita di telefonini nelle carceri, con pene severe che vanno da 1 a 4 anni, il fenomeno non sembra ancora attenuarsi. Vanno adottate soluzioni drastiche come la schermatura delle sezioni detentive, delle celle e degli spazi nei quali sono presenti detenuti, all’uso dei telefoni cellulari e degli smartphone”.