Il servizio de ‘Le Iene’ dedicato alle ‘presunte’ violenze sugli animali ha costretto il sindaco Mastella a convocare una conferenza d’urgenza per fare il punto della situazione e chiarire alcune situazioni inerenti alla storia che ha portato Benevento alla ribalta nelle ultime settimane.
“Ho difeso la città di Benevento – ha commentato il primo cittadino – e i beneventani e devo dire che, di contro, ho ricevuto solo minacce e fango senza che nessuno prendesse una posizione. Nè i beneventani, fatta qualche eccezione, nè le associazioni nè la minoranza con un’eccezione”.
E questo è assolutamente vero, non c’è stata alcuna voce discordante, tutti avevo trovato un colpevole e hanno definito una pena. Insomma, il ‘tribunale dei social’ ha agito in maniera più sollecita rispetto a quello convenzionale. Ma intanto le indagini sono andate avanti, gli animali sono stati visitati e non è emersa nessuna violenza sessuale. Nessuna.
Ma questo non ha fermato quella parte di persone, che si definiscono animaliste, ma che non hanno i principi di chi realmente è dalla parte degli animali, li difende e ne abbraccia le cause nel pieno rispetto della legge.
La legalità, infatti, è proprio questo il problema. Perchè di questa storia, i cui contorni comunque devono essere definiti, rimarranno i volti ‘sparati’ sui social di due persone con evidenti problematiche, rimarranno le persone che hanno fatto capannello sotto casa spacciandosi per poliziotti o assistenti sociali, pur di entrare nell’appartamento (e qualche volta ci sono anche riusciti), rimarranno quelli che “hanno sempre saputo, hanno prove” ma sono andate a denunciare il fatto a Le Iene invece di muoversi secondo legge.
Resta una manifestazione fatta a Benevento con Rizzi e Borrelli che hanno decisamente preso posizione senza avere, probabilmente tutti i dati a propria disposizione. Posizioni che hanno portato i tre a un vero e proprio ‘dissing’ a suon di dichiarazioni e post. Mastella che valuta la denuncia nei confronti dell’onorevole dei Verdi senza mai nominarlo, l’attivista che esprime solidarietà a Borrelli mantenendo salde le sue idee e la sua posizione, il primo cittadino sannita che attacca Rizzi.
Di questa storia e del servizio, rimarranno, infine, le ‘Giustiziere dei cani’, donne che si sono definite animaliste e che hanno deciso di proteggere gli animali, non togliendoli o denunciando i protagonisti dei maltrattamenti oppure attraverso azioni eclatanti, ma rispettando in pieno il nome che le identifica picchiando gli autori dei misfatti in stile ‘Arancia meccanica’. Insomma giustiziere che si fanno giustizia da sole.
Un ‘modus operandi’ che dovrebbe indignare soprattutto gli animalisti che, siamo sicuri, prenderanno le distanze di chi li rappresenta in questo modo. Soprattutto un modo di agire che non è degno di uno stato di diritto, forse più farraginoso degli altri, come l’Italia.
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