E’ stato sequestrato a Castel Volturno (Caserta), per gravi difetti strutturali, l’impianto di sollevazione delle acque reflue che serve la località di Villaggio Coppola-Pinetamare, il cui malfunzionamento aveva provocato nell’agosto del 2023 una moria di pesci. Un’immagine tragica dei cefali risaliti a galla privi di vita nella darsena che aveva fatto il giro del web, e da cui è partita l’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha portato oggi all’esecuzione da parte dei carabinieri del Reparto Territoriale di Mondragone e del Nucleo Forestale di Castel Volturno, e dei militari della Guardia Costiera di Castel Volturno, del decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere per il reato di inquinamento delle acque. Per Procura e polizia giudiziaria le acque reflue finiscono direttamente in mare per il malfunzionamento dell’impianto di sollevamento, che non convoglia le acque di fogna nel collettore comunale. Unico indagato è l’amministratore della società privata, la Coppola-Pinetamare srl della nota famiglia imprenditoriale dei Coppola, che gestisce il depuratore sequestrato.
Una vera e propria “anomalia” quella del depuratore privato che serve un’importante località del comune del litorale domizio, che d’estate raddoppia quanto a popolazione. Un’anomalia che ha sorpreso gli stessi inquirenti, visto che solitamente i depuratori sono di proprietà e gestiti da enti pubblici, ma che troverebbe la sua origine nell’accordo di programma siglato nel 2003 dalle istituzioni – Regione Campania, Provincia di Caserta, Comune di Castel Volturno, Comune di Villa Literno – con la famiglia Coppola – Consorzio Rinascita e Fontana Bleu S.p.A. – quando bisognava eliminare le tracce del selvaggio abusivismo edilizio rappresentate dalle alte torri costruite dagli stessi Coppola negli anni ’70. Si approvò così “Il Piano di Riqualificazione per il Risanamento ecoambientale e il rilancio socio economico per la località Pinetamare di Castelvolturno ed aree attigue”, con tanto di creazione anche di un porto turistico, ma il rilancio non è mai avvenuto, il porto non è mai stato realizzato, e l’intera frazione è stata in sostanza “privatizzata”, con i Coppola che hanno continuato a gestire importante asset che sarebbero dovuti essere in mano pubblica, come appunto il depuratore della darsena di San Bartolomeo. Lo scorso anno, a maggio, finì nel mirino della magistratura, ma contabile, la società dei Coppola “Marina di Castello Spa”, che al Villaggio Coppola è proprietaria di immobili importanti come l’Hotel Resort Marina di Castello, il Centro sportivo dove si allena il Napoli Calcio e il vicino campo da golf; secondo la Corte dei Conti della Campania la società non avrebbe corrisposto al Comune di Castel Volturno i canoni concessori né le somme previste a titolo di addizionali da versare alla Regione, per un danno erariale stimato in quasi sei milioni di euro (5.972.040,98). Anche in questo caso era stato l’accordo di programma del 2003 a consentire il pagamento da parte dei Coppola di un canone in misura agevolata (pari al 10% del canone tabellare) secondo il modello cosiddetto ricognitorio, perchè la società dei Coppola aveva avuto in concessione 30 ettari di terreno per realizzare a favore della comunità locale l’ampliamento del campo da golf e creare un’oasi protetta da destinare all’attività di “bird watching”; secondo i magistrati contabili però la società avrebbe utilizzato l’area per finalità prettamente privatistiche, provocando un danno a Comune e Regione.