La tensione si alza a Coroglio, a circa 300 metri da Città della scienza. Dentro è previsto il convegno della Lega sulla sicurezza, presenti i ministri Salvini, Piantedosi e Valditara. Un cordone di forze dell’ordine fronteggia il corteo di protesta. In piazza sono in centinaia, tra cittadini flegrei e movimenti antagonisti. “Vogliamo un decreto, non le passerelle elettorali” ripetono i manifestanti. Alcuni lanciano uova, pomodori e fumogeni contro la polizia. Si chiede di passare il blocco, e la replica sono alcune cariche coi manganelli. Gli scontri durano qualche minuto. Dalla testa del corteo gridano di restare calmi. “Qua c’è la gente del quartiere” ricordano, alludendo a mamme e bambini. E l’agitazione cala in qualche minuto, prevale la ragione.
Le forze dell’ordine sanno chi hanno di fronte. C’è tanta gente spaventata, e non dal loro assetto antisommossa. Da queste parti, la paura sono le scosse. E la stanchezza una compagna di vita. Tanti residenti dormono fuori casa, da una decina di giorni ormai. Molti si adattano a stare nell’area ex Nato, dove la Regione ha allestito un punto accoglienza. Mancano i letti, ci si assopisce sulle sedie. Per qualche ora di sonno, nulla più. Dopo una breve trattativa, i manifestanti ottengono di far entrare una delegazione. Consegneranno un documento ai rappresentanti del governo. Contiene le richieste. Il corteo, intanto, si trasforma in presidio.
A bocce ferme, si guarda perfino al bicchiere mezzo pieno. “Abbiamo ottenuto l’attenzione sui Campi Flegrei”. Di più, oggi, non si poteva. Ma rabbia e amarezza restano. E rimane il pressing per un provvedimento governativo. Fondi da usare per esigenze ritenute primarie. Messa in sicurezza di tutto il territori; hotspot attrezzati per accogliere le persone, quando si fugge dalle scosse. E ancora: sostegni economici per chi ha perso il lavoro, o sta per diventare disoccupato; soluzioni dignitose per gli sfollati. E anzitutto risposte rapide: il bradisismo non aspetta.