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di McBlu76 – Superato. Vecchio. Retrogrado. Con questa etichetta è arrivato Antonio Conte. Ignorato dalle grandi d’Europa, finito o quasi.

Allenatore capace di trasmettere ferocia agonistica, maniacale nella cura dei dettagli, nella pretesa di ciò che la squadra deve garantirgli, ma proprio per questo usurante, complicato pensare ad una programmazione a lungo termine, ad una progettualità.

Grinta ed attributi, snobbato, così ci è stato venduto Antonio Conte.

Ed allora ci viene da sorridere quando ci dicevano che Antonio Conte non ci credesse più, che venduto Khvicha Kvaratskhelia avesse deposto le armi, si fosse arreso alla mediocrità dei mesi a venire, bandiera bianca e sopravvivere fino a fine campionato e poi distinti saluti.

Perché probabilmente è proprio in quei giorni che Antonio da Lecce ha capito che in realtà ci fossero gli estremi per costruire il capolavoro di una vita, di una carriera piena di campionati vinti, ma che nessuno mai poptrebbe avvicinarsi a quello che si sta giocando all’ombra del Vesuvio.

Ha cementato prima la fase difensiva e poi il gruppo.

Ha regalato certezze a chi non ne aveva più, e quelle certezze hanno portato punti, i punti hanno portato nuove certezze ed a un certi punto ci siamo trovati una squadra vera.

Una squadra vera e prima in classifica.

E l’addio al georgiano con la poesia nei piedi e la faccia triste senza che arrivasse un sostituto pronto ed all’altezza poteva significare due cose, mollare o aggredire il campionato.

E la scelta fatta e li, sotto gli occhi di tutti, perché oggi a Venezia il Napoli si gioca un pezzo di futuro fondamentale.

Il Napoli è passato dalla difesa a tre al difendere a quattro, poi è ritornato a tre, cambiando modulo e sistema, atteggiamento ed assetto tattico.

Ha lavorato sui movimenti dei terzini e gli inserimenti delle mezzali, disegnando il pallone più adatto alle caratteristiche dei propri calciatori, rendendosi indecifrabile agli avversari che capiscono sempre meno dove e quando la squadra di Conte proverà a fargli male.

L’ Antonio Conte arrivato a Napoli sì è dimostrato un allenatore moderno, duttile, capace di imporre idee e sistema ma capace di cambiare nell’emergenza, sapendo garantire meccanismi nuovi e funzionali, regalandoci un Napoli che ha perso uomini, qualche punto, ma mai l’identità.

Antonio Conte sì è dimostrato un allenatore all’avanguardia, ma ancora feroce, determinato, indemoniato alla ricerca dell’obiettivo, della vittoria.

Ed è grazie a questo, all’uomo in panca, che oggi a Venezia il Napoli scende in campo provando a scrivere la storia ed a regalarsi la possibilità di continuare a sognare.