In caso di forte sisma o eruzione vulcanica, spetta agli enti locali varare i piani di allontanamento della popolazione. Pertanto, la Protezione Civile chiede al Comune di Napoli “opportune analisi e valutazioni” sui lavori del Lungomare, partiti lo scorso febbraio. La circostanza emerge dalla risposta del capo dipartimento Fabio Ciciliano all’associazione Cittadinanza Attiva in difesa di Napoli. La stessa associazione aveva interpellato più soggetti istituzionali, sul tema intrecciato “Vie di fuga per pericolo sismico e lavori di restyling in Via Partenope“. Fin dallo scorso 11 maggio, aveva cercato informazioni presso il Comune di Napoli. Ma alla nota pec “nessun riscontro perveniva” scrive Giovanni Natale, presidente dell’associazione. Il medesimo interrogativo, dunque, il 21 febbraio è stato rivolto al ministro Nello Musumeci. Stavolta, invece il riscontro è arrivato. “Nella comunicazione – riassume Ciciliano – viene manifestata la preoccupazione dei cittadini in riferimento alla realizzazione di lavori che comporterebbero la riduzione di carreggiata di un’area nei pressi di Via Partenope, (….) viene, quindi richiesto di accertare se tali modifiche alla viabilità possano comportare un aggravio per le attività di allontanamento, in caso di emergenza, della popolazione esposta a rischio sismico e vulcanico, ostacolando il flusso di veicoli privati e di Soccorso“.
Ma preso atto della fondatezza della questione, il capo della Protezione Civile rimanda la palla nel campo delle istituzioni locali. Questo, siccome l’allontanamento della “popolazione in caso di emergenza” è disciplinato “nel piano di protezione civile comunale” e nella delibera di giunta regionale del 19 aprile 2023. Ciciliano si appella al riparto di competenze, insomma. E c’è un ulteriore elemento di fatto, secondo lui, a interdire interventi ministeriali. “Si precisa che – spiega – l’individuazione, progettazione e realizzazione di interventi urbanistici sono di competenza dell’amministrazione comunale, in quanto presuppongono valutazioni tecniche che possono trovare adeguata ponderazione solo nei competenti tavoli istituzionali di livello locale“. Come egli stesso specifica, quella di Ciciliano è una lunga premessa. Un preambolo di rituale formalità. Nelle pieghe della risposta burocratica, si coglie tuttavia anche altro. Un invito, diciamo, a fare buon uso della predetta “adeguata ponderazione”. Una chiosa vergata con la mente all’emergenza bradisismo, incubo anche degli ultimi giorni. “Atteso che – scrive – ogni contributo finalizzato a migliorare le pianificazioni di protezione civile è meritevole di attenzione, si chiede alle Amministrazioni in indirizzo, di voler realizzare le opportune analisi e valutazioni su quanto rappresentato”. L’appello finale è rivolto a Comune e Regione. Il cerino passa a loro.
Nella lettera, Cittadinanza Attiva sottolinea come sia “ben noto alle Pubbliche Autorità” il rischio “di un’eventuale forte sisma o eruzione del vulcano Campi Flegrei”. E resta perciò in sospeso la domanda. Ossia, se i piani di evacuazione prevedano “particolare attenzione alla libera percorrenza di auto e persone, senza ostacoli di sorta, di Via Partenope,Via Nazario Sauro, Via Francesco Caracciolo”. Senza giri di parole, a tal riguardo l’associazione invoca “l’interruzione dei lavori di restyling e dei lavori in corso”. Per Cittadinanza Attiva, questi interventi prevederebbero “senza una pubblica utilità il dimezzamento dell’’ampiezza della carreggiata ed il raddoppio dell’ampiezza dei marciapiedi”. Il concreto timore, peraltro, è di un’ulteriore invasione di “dehors ed arredi fissi di private attività”. Questi ultimi “impedirebbero il normale come emergenziale flusso di veicoli privati e di soccorso”. E adesso si torna alla casella di partenza: Palazzo San Giacomo intende chiarire?