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L’esposizione in tv, l’occasione per cercare di far conoscere ancora di più un modello che potrebbe essere tranquillamente replicato per la crescita dei giovani che si avvicinano al mondo del calcio.

E in questo aspetto, guardare in casa della Juve Stabia è sinonimo di sicurezza, vista la presenza di Saby Mainolfi, responsabile del settore giovanile e con una visione ben definita in merito allo sviluppo dello stesso

“Dal 2020 il presidente Langella, un vero leader – ha esordito nel corso della puntata di ‘A Tutto Stabia’ha indicato la via maestra: la sostenibilità del club. E noi abbiamo tracciato questo percorso su asset intangibili come la valorizzazione del capitale umano, relazioni e diffusione di un brand che vede come prioritá la crescita umana di ogni nostro atleta. Il tutto grazie anche a al lavoro dell’amministratore unico Filippo Polcino, persona molto competente che ha portato risultati importantissimi. Non dal punto di vista del campo, ma da quello burocratico che è ugualmente importante. Nel corso degli anni, in Serie C, siamo riusciti a portare ragazzi in prima squadra, qualcuno con piú di 30 presenze, contribuendo al minutaggio che ha fornito capitale alla societá, e con le squadre abbiamo disputato finali di categoria e promozione in Primavera”.

Un percorso che ha portato i suoi frutti e che, adesso, può contare su una visibilità maggiore, frutto della promozione in Serie B dello scorso anno.

Sarà importante stabilizzarci in cadetteria con l’obiettivo di costruire altri atleti da mandare in prima squadra. Il percorso è tortuoso, certo, le avversarie sono tante e qualificate nei campionato giovanili. Parliamo di Roma, Napoli, Fiorentina, Empoli, Lazio, Lecce e Palermo e altre che hanno capitali enormi. Per quanto ci riguarda, siamo contenti delle prestazioni e qualche soddisfazione l’abbiamo avuta”.

Soddisfazioni che devono andare di pari passo con un percorso che non deve essere ristretto al risultato.

Nel calcio giovanile, personalmente, valuto la prestazione, i risultati sono relativi e molto spesso sono la causa di tanti mali, tensioni durante le partite, comportamenti negativi di tecnici e addetti ai lavori”.

E proprio per questo, il modello Juve Stabia deve partire dalla base e da un coinvolgimento che possa cominciare sin dai primi passi.

Con il Presidente siamo andati nelle scuole, abbiamo portato la nostra esperienza quotidiana ai tanti bambini che provano a vivere il loro sogno, ma una minima parte diventa il Bellich di turno, e gli altri cosa faranno? Bellich che è, poi, un difensore atipico che ha una dote importante che è quella realizzativa. Caratteristica che lo ha reso uno dei migliori. Per quanto ci riguarda, abbiamo l’obbligo morale di indirizzarli nel mondo di domani, la cultura è prioritá, siamo pronti a realizzare una convenzione con l’Universitá di Scienze Motorie che ci consenta di dare opportunitá ai tirocinanti nelle nostre attivitá da campo”.

E anche per questo che è nato il progetto Academy.

E’ stata un’idea del Presidente, per consentire ai tanti bambini di vivere il proprio sogno, ma nasce soprattutto per una questione sociale. C’è un bel centro sportivo, dovranno essere pian pianino il serbatoio del nostro settore giovanile, giá a Gennaio abbiamo inserito un ragazzino 2009 nella nostra rosa. Tutto fa ben sperare poichè sono persone volenterose con a capo il Presidente Nicola Gimmelli, persona molto sensibile e professionale”.

Un progetto che mira a rendere sempre più campana la Juve Stabia.

Le nostre squadre sono tutte composte da ragazzi della nostra regione, il radicamento e il senso di appartenenza al territorio dove viviamo devono essere ben impressi su ogni nostro ragazzo”.