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Si è tenuto a Salerno il secondo congresso di Terra Viva Campania, associazione cislina dei produttori agricoli che in regione accoglie oltre 2800 associati: l’assemblea ha confermato Nicola Scrima Presidente regionale e come vicepresidente Iannace Alfonso. Tra le priorità sottolineate da Scrima, il bisogno di “favorire in agricoltura l’imprenditoria femminile, il ricambio generazionale, l’inclusione degli immigrati alla luce di un mercato del lavoro non efficacemente governato con lo strumento del Decreto flussi, inoltre bisogna puntare a valorizzare le tante eccellenze produttive che contraddistinguono le province campane, come ci ricordano le tante produzioni Igp e Doc regionali”. “Il settore agroalimentare – ha aggiunto Scrima – coinvolge 105mila occupati e rappresenta un pilastro dell’economia regionale, ma la crescita potenziale è ancora molto alta, per questo crediamo che le imprese vadano sostenute nella formazione delle competenze e nei processi di innovazione, ad esempio nell’adozione di tecnologie avanzate come quelle satellitari e quelle per l’agricoltura di precisione, oggi necessarie per incrementare l’efficienza produttiva e la sostenibilità ambientale: una sfida, questa, che continueremo ad affrontare ogni giorno soprattutto agevolando l’accesso dei nostri associati ai fondi regionali, europei e del Pnrr”.

Hanno preso parte ai lavori i dirigenti, i produttori e gli operatori con la Segretaria Nazionale della Fai Cisl Raffaella Buonaguro, il Segretario Generale della Fai Cisl Campania Bruno Ferraro e il Presidente Nazionale di Terra Viva Claudio Risso, che concludendo gli interventi ha annunciato: “Terra Viva intende sostenere un ‘manifesto della nuova agricoltura’, affinché l’agricoltura venga considerata a tutti gli effetti un ‘bene comune’. Per fare questo è necessario che tutta la filiera sia equa, e garantisca il giusto reddito, lavoro di qualità, prodotti sani e sicuri. L’agricoltura italiana permette di avere un impatto positivo sul suolo e sulla comunità, perché gli agricoltori sono custodi del territorio, sono figure fondamentali. Gli eco-schemi – ha detto Risso riferendosi alla politica agricola europea – hanno purtroppo allontanato gli agricoltori dalle loro attività, come anche la troppa burocrazia, che di fatto riduce le possibilità di sviluppo. La proposta di Terra Viva è quella di restituire dignità alle imprese agricole, e con la campagna ‘buono, giusto ed equo’ continuiamo a battere il chiodo proprio dove serve anche a livello europeo. Serve un patto di sistema tra associazioni agricole, imprese di trasformazione, sindacati e rappresentanti del settore per avere una redistribuzione diversa all’interno della filiera. Ad esempio i costi produttivi del latte, stanno diventando sempre più insostenibili”. Infine Risso ha evidenziato il contributo dei lavoratori e imprenditori stranieri all’agroalimentare made in Italy: “Si deve smetterla di parlare alla pancia della gente per raccogliere facili consensi, è invece fondamentale valorizzare il contributo dei lavoratori migranti con formazione, percorsi di inserimento e rispetto della legalità e della dignità”.