di Gigi Caliulo
Non è sicuramente – o soltanto – l’ennesimo stop all’iter a fare rumore quanto la serie di intoppi e cavilli che ha suggerito all’Arus – l’Agenzia Regionale Universiadi per lo Sport – a depositare dinanzi al TAR di Salerno la sospensiva alla stipula del contratto di appalto per i lavori di ristrutturazione dell’Arechi e di trasformazione del Volpe.
Un espediente, quello adottato dall’Arus, per guadagnare tempo ed ottenere un rinvio al 12 aprile per la discussione “nel merito” del ricorso avverso l’aggiudica dei lavori alla Energos da parte della Matarrese, seconda classificata.
Dunque l’unico progresso che si registra è quello dei centimetri in altezza di carta bollata che – di fatto – continua ad imprigionare un’opera ostinatamente voluta dal presidente della Giunta Regionale della Campania per due impianti, Arechi e Volpe, di proprietà del Comune di Salerno.
La Matarrese ha evidenziato, nel proprio ricorso, presunte anomalie nella procedura di aggiudicazione e la mancanza di alcuni requisiti necessari per ottenerla.
Il risultato? L’ennesimo buco nell’acqua, ché al di là dei tradizionali (a queste latitudini) proclami straordinari la Salernitana – unica società che usufruisce degli impianti – continua ad attendere alla finestra, con un intero settore ancora oggi chiuso al pubblico e – soprattutto – con uno stadio che versa in condizioni di degrado e fatiscenza ai limiti del preoccupante.
Certo, parliamo di impianti pubblici: ma una guerra – l’ennesima – di bandiera per non concedere al club granata la gestione esclusiva e la possibilità di procedere autonomamente alla ristrutturazione dell’Arechi ha prodotto, ad oggi, solo tante crepe e infiltrazioni. Strutturali, sicuramente. Ma non solo.
E così, mentre viene ufficializzato (dopo trent’anni) l’ennesimo via libera ai lavori per il PalaSalerno a poche settimane dall’entrata nel vivo della campagna elettorale, più di un dubbio su qualche evitabile decisione “di pancia” da Palazzo Santa Lucia a scapito del club del patron Iervolino prende il sopravvento.