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“La crisi del sistema carcerario si aggrava di anno in anno. Attualmente mancano circa 16.000 agenti di polizia penitenziaria, il che rende impossibile garantire un adeguato trattamento rieducativo. Spesso le carceri si riducono a semplici contenitori di detenuti, senza il personale necessario per l’educazione e il reinserimento sociale”.

Così Il procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, ospite dell’Istituto Luigi Amabile di Avellino per una lezione sulla legalità e sull’impegno civile nel contrasto alla criminalità organizzata.
Proprio nel giorno in cui al carcere di Avellino sono arrivate 11 misure cautelari per il tentato omicidio di un detenuto (LEGGI QUI), Il Procuratore antimafia ha avvertito: “Quando, per carenza di uomini e mezzi, si lasciano aperte le celle dell’alta sicurezza, insieme a quelle destinate ai detenuti comuni e a quelli in regime di media sicurezza, di fatto le carceri finiscono sotto il controllo dei mafiosi. 

Dal momento che il sovraffollamento è cronico e molto grave, si potrebbe iniziare con il trasferimento dei giovani detenuti tossicodipendenti in comunità terapeutiche per la disintossicazione. Allo stesso modo, andrebbe affrontata la questione dei malati di mente che si trovano in carcere: invece di rimanere reclusi, dovrebbero essere accolti in strutture protette. Dopo la chiusura dei manicomi, infatti, non sono state costruite a sufficienza le Rems. Una soluzione potrebbe essere quella di recuperare alcune ville confiscate alla criminalità organizzata, attualmente in stato di abbandono, metterle in sicurezza e destinarle a strutture psichiatriche, assumendo medici specialisti e infermieri per garantire assistenza adeguata”.

E poi alla domanda sullo “stato di salute” dell’Irpinia in termini di criminalità, il Procuratore Gratteri ha osservato: “Non esistono aree d’Italia immuni dalla criminalità organizzata. Se ci sono tossicodipendenti, significa che c’è anche qualcuno che vende droga. La droga non si acquista in farmacia, ma da criminali che poi reinvestono i proventi nel riciclaggio o nell’economia locale. Questo dimostra che un territorio felice non esiste. cambia solo l’intensità della presenza mafiosa”.

Infine Gratteri ha diffidato i giovani ad affidarsi troppo ai social network come TikTok “dove la mafia è presente e, anzi, si fa pubblicità per arruolare manovalanza”.