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Addio al noto artista salernitano Alfredo Raiola. E’ scomparso stamani alle prime luci dell’alba all’età di 77 anni. I funerali saranno celebrati sabato pomeriggio presso la chiesa di Santa Maria a Mare, nel quartiere Mercatello, a Salerno, nella città dove ha sempre vissuto e prodotto le sue opere d’arte.

Raiola si approcciò all’arte già all’età di 10 anni, incontrando la ceramica con Erika Rossi, Matteo Rago e Giovanni Sersante. La naturale inclinazione al disegno, invece, la scoprì con Gabriele d’Alma. Proprio queste figure di spicco, delle produzioni artistiche ed artigianali salernitane, lo incoraggiarono a frequentare la Scuola d’Arte, un tempo annessa all’Orfanotrofio Umberto I. Non lontano dagli ambienti scolastici ebbe modo di frequentare lo studio del pittore Pasquale Avallone, apprendendo, intanto, anche le tecniche della scultura e del modellato presso lo studio di Diomede Patroni.

Ancora giovanissimo lavorò, per un lungo periodo come decoratore presso le Ceramiche D’Agostino, abilitandosi poi all’insegnamento di Disegno e Storia dell’arte nelle scuole superiori. Dal 1976 ai primi anni duemila, operò anche nel settore della serigrafia e della grafica pubblicitaria, fondando insieme ai due fratelli Aldo ed Enzo la “Serigraf Raiola”, nel quartiere Mercatello.

La produzione artistica di Alfredo Raiola ha attraversato, negli ultimi decenni, diverse fasi di evoluzione e di sperimentazione di nuove tecniche, applicate all’uso di nuovi materiali. Abbiamo potuto ammirare le sue opere di pittura e scultura in rassegne collettive ed esposizioni personali, fino alle sorprendenti performance fatte con il fuoco. Opere in cui l’uso della tecnica e uno studio della figura, che viene da molto lontano, si animano nei contorcimenti di un foglio di cartone, dispiegando brani di intime riflessioni e furenti smanie di libertà. Fragili e leggere, le sculture in cartone, si ripiegano in raccolto silenzio o gridano disperate, dando vita ad una vasta gamma emozionale che abolisce ogni mezza misura e che affiora anche in campi estranei al figurativo, suggerendo i travagli dell’uomo contemporaneo. Come nelle sculture raffiguranti nodi e grovigli, che alludono a quell’infinito ingarbugliarsi della vita cui Gadda aveva dato il nome di “gnommero”. Tale esaltazione di stati d’animo inquieti è stata certamente una costante nell’opera dell’artista, che ha affrontato anche temi religiosi per incarichi pubblici e privati. Nella chiesa di Santa Maria a Mare di Salerno, nel quartiere Mercatello, si può ammirare il “Cristo Flagellato”, scultura in bronzo resa venerabile, per volontà dell’Arcivescovo Mons. Gerardo Pierro, recentemente scomparso. Opera che restituisce ai fedeli tutta la crudezza delle sofferenze della flagellazione. Ugualmente intenso per emotività e pathos è il grande Crocifisso installato all’esterno della chiesa di S. Maria del Carmine a Salerno. Suoi anche i cicli pittorici e i bassorilievi che si vedono nella chiesa di Maria Ss.ma del Rosario di Pompei in Salerno, nel quartiere Mariconda.