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“Non riteniamo sia proporzionato dover toccare la Costituzione per quattro magistrati l’anno che da pm chiedono di diventare giudice, mi pare sia qualcosa di davvero sproporzionato e quindi per noi è normale, ed è ovvio, che questa riforma sottenda a qualcos’altro”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ha risposto alla domande dei giornalisti nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati, con una coccarda tricolore sulla toga, stanno manifestando il loro dissenso contro la riforma costituzione che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Gratteri ha ricordato quello che accade negli Stati dove c’è stata la separazione dei carriere: “Poco dopo il pm passa sotto l’Esecutivo. E di questo non si sente assolutamente l’urgenza né la necessità, né il bisogno. I problemi della giustizia sono altri, le emergenze sono altre, non certo la separazione delle carriere”.

“La nostra più grande preoccupazione è che questa riforma si traduca in un assoggettamento dei pubblici ministeri all’Esecutivo”. Lo ha detto il presidente dell’Anm di Napoli Cristina Curatoli nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati indossando la toga e con una coccarda tricolore appuntata sulla toga stanno manifestando contro la riforma costituzionale in cantiere che prevede la separazione delle carriere tra magistrati inquirenti e giudicanti.

“In quasi tutti sistemi giudiziari diversi dal nostro che hanno aderito alla separazione delle carriere – ha aggiunto Curatoli – questa è stata la conseguenza che si è determinata. Del resto in qualche modo, che ci fosse qualche dubbi, lo dimostra il fatto che in qualche modo, esponenti politici, in presenza di provvedimenti giudiziari che li riguardino, subito affermano che bisogna correre verso la riforma. Questo in qualche modo ci restituisce il senso finale della riforma costituzionale”.
“Questa riforma va letta nel suo complesso, non c’è un qualcosa che ci piace di più rispetto ad altro, è una riforma che – con la separazione delle carriere, con l’istituzione di un’altra corte disciplinare e con il depotenziamento del nostro organo di autocontrollo, posto a tutela dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura – ci preoccupa nel suo insieme perché lede l’autonomia e l’indipendenza della maguistratura che non è un privilegio della magistratura ma un diritto di tutti i cittadini.

“So che non piacerà a molti magistrati, ma dico che sono favorevole invece al sorteggio dei componenti del Csm e anche al sorteggio dei componenti del Csm da parte del Parlamento”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ha risposto alla domande dei giornalisti nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati, con una coccarda tricolore sulla toga, stanno manifestando il loro dissenso contro la riforma costituzione che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. “Cioè – ha spiegato Gratteri – si divide l’Italia in macro aree, come ad esempio per l’elezione del Parlamento europeo, si rispettano le proporzioni tra pm e giudice, e non si sorteggiano i magistrati che hanno procedimenti disciplinari, penali, ritardo nel deposito delle sentenze o nelle indagini. Stessa cosa vale per i laici nominati dal Parlamento e cioé si escludono dalle iscrizioni all’albo degli avvocati o professori universitari in materia giuridica che hanno precedenti penali o disciplinari e, chi è in grado di scrivere sentenze o di fare una lezione universitaria, sarà sicuramente in grado di valutare se tizio può diventare presidente del tribunale o meno”.

“C’è l’esigenza di una riforma del Csm, cioè di un’elezione dei componenti: in questo modo si eliminano quasi totalmente certe anomalie delle correnti che, in certi momenti storici, abbiamo visto non funzionare. Mi riferisco al caso Palamara dove io penso che subito dopo i componenti del Csm si sarebbero dovuti dimettere”. Lo ha detto il procuratore di Napoli Nicola Gratteri che ha risposto alla domande dei giornalisti nella biblioteca Tartaglione del Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli dove i magistrati, con una coccarda tricolore sulla toga, stanno manifestando il loro dissenso contro la riforma costituzione che prevede la separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. “Per dare l’idea, a prescindere se siano responsabili o meno, – ha aggiunto – ma in quel caso l’opinione pubblica doveva capire e avere l’idea che si voltava pagina e si faceva sul serio. Invece il messaggio è stato quello dell’autoconservazione”.