Il 7 febbraio è partita la campagna per il voto ai quesiti referendari sui temi del lavoro e della cittadinanza.
La Cgil irpina rilancia la battaglia per Quattro quesiti per il lavoro e uno per la cittadinanza. Quindi per la democrazia, le tutele e la libertà.
“LAVORO #TUTELATO “
Abrogazione delle norme che impediscono il reintegro al lavoro in caso di #licenziamenti illegittimi.
Per dare a tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori il diritto alla reintegrazione nel posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo
COSA VOGLIAMO CANCELLARE?
Le norme sui licenziamenti del Jobs Act che consentono alle imprese di non reintegrare una lavoratrice o un lavoratore licenziata/o in modo illegittimo se assunto dopo il 2015
“LAVORO #DIGNITOSO“
Abrogazione delle norme che facilitano i licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese. Per innalzare le tutele contro i licenziamenti illegittimi per le lavoratrici e i lavoratori che operano nelle imprese con meno di quindici dipendenti
COSA VOGLIAMO CANCELLARE?
Il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato nelle piccole
aziende, affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento senza alcun limite
“LAVORO #STABILE“
Abrogazione delle norme che hanno liberalizzato l’utilizzo del #lavoro a termine
Per superare la #precarietà dei contratti di lavoro
COSA VOGLIAMO CANCELLARE?
La liberalizzazione dei #contratti a termine per limitare l’utilizzo a causali specifiche e
temporanee.
“LAVORO #SICURO“
Abrogazione celle norme che impediscono, in caso di infortunio sul lavoro negli appalti, di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. Per rendere il lavoro più sicuro nel sisterna degli appalti
COSA VOGLIAMO CANGELLARE?
La norma che esclude la responsabilità solidale delle aziende committenti nell’appalto e nel subappalto, in caso di #infortunio e #malattia professionale della #lavoratrice o del #lavoratore
CITTADINANZA”
Il quesito mira a moditicare l’articolo 9 della legge n. 91/1992 per ridurre da 10 a 5 anni
il termine di soggiorno legale ininterrotto in ltalia ai fini della presentazione della
domanda di concessione della #cittadinanza da parte dei maggiorenni.
In Italia la legge era già così dal 1865 al 1992 quando la legge n. 91 ha introdotto una irragionevole penalizzazione dei cittadini extra Ue.
Il referendum è lo strumento del popolo. In uno Stato Democratico ogni cittadino ha un’ arma straordinaria:il voto.
Uno degli strumenti per esercitarlo è il referendum, ovvero una concreta consultazione popolare che permette a tutti noi di decidere su importanti questioni per il nostro Paese.
Un momento di Potere decisionale de popolo, attraverso il quale possiamo fare la differenza.
Il referendum è il simbolo della democrazia diretta .
In Italia, il referendum ha scritto pagine di storia:
Nel 1946, con il referendum istituzionale, abbiamo scelto la Repubblica, segnando l’inizio di una nuova era per l’Italia.
Nel 1974, con il referendum sul divorzio, abbiamo confermato il diritto di sciogliere un matrimonio, affermando la libertà individuale.
Nel 1987, con il referendum sul nucleare, abbiamo deciso di dire no all’energia atomica nel nostro Paese.
Nel 2011, con il referendum sull’acqua pubblica, abbiamo difeso un bene essenziale, scegliendo che restasse un diritto e non un business.
“Se noi raggiungiamo il quorum e vinciamo, il giorno dopo conquistiamo nuovi diritti, a partire dalla sicurezza, dalla dignità del lavoro e dalla cittadinanza”.