Le critiche fanno parte del gioco, ma quello che sta accadendo nelle ultime ore nei confronti di Pasquale Mazzocchi ha superato ogni limite accettabile. Il terzino del Napoli è stato preso di mira sui social dopo la partita contro l’Udinese, con una valanga di insulti e commenti offensivi che nulla hanno a che vedere con un’analisi sportiva. Dai semplici “scandaloso”, “ce distrutt na stagione”, “waglio liev man” fino a frasi ben più gravi e volgari, i social si sono trasformati nell’ennesimo sfogatoio di frustrazione, dove il confine tra critica sportiva e odio personale viene abbattuto senza alcun filtro.
Ma oltre alla gravità di questi attacchi, c’è un altro aspetto da sottolineare: la narrazione distorta dell’episodio che ha portato al gol dell’Udinese. Mazzocchi è stato individuato come il principale colpevole dell’azione, quando in realtà la responsabilità maggiore ricade su Juan Jesus. Il difensore brasiliano, invece di lasciare il pallone tra le mani di Meret, lo allontana maldestramente, generando una situazione di pericolo. A quel punto, Mazzocchi si impegna per evitare che la palla finisca fuori, ma il suo rilancio sfortunato termina tra i piedi di un avversario, che poi serve il marcatore del gol.
Un errore? Certo. Ma isolare il singolo giocatore e crocifiggerlo sui social è un comportamento inaccettabile. Il calcio è uno sport di squadra e si vince, si pareggia e si perde insieme. Le critiche devono restare nel perimetro del campo, senza trasformarsi in un linciaggio mediatico che rischia solo di minare la serenità di un professionista che dà tutto per la maglia azzurra.
Chi ama il Napoli dovrebbe sostenerlo, anche nei momenti difficili. Contestare è lecito, insultare no.