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Sul centro di accoglienza da realizzare al Rione Vasto, una lunga scia di veleni accende ancora la miccia dello scontro. Una nota di dieci consiglieri della Municipalità 4 – otto di opposizione e due di maggioranza – accusa Pd, M5S e il gruppo Manfredi Sindaco di aver fatto saltare una riunione di consiglio. Come? Facendo mancare il numero legale. Nella seduta si sarebbe dovuto discutere un atto di indirizzo, per invocare chiarimenti sulla struttura prevista in via Aquila. Dalla maggioranza rispondono parlando di attacco strumentale. “Il loro accanimento – dichiara l’assessore alle politiche sociali Raffaella Guarracino (Pd) – è uno schiaffo alla lotta alla povertà, all’esclusione sociale e alla discriminazione”. L’area della stazione centrale e il Vasto, in pratica, sono di nuovo al centro di tensioni sociali e politiche.

La pianta del centro di accoglienza

Il documento dei dieci consiglieri chiedeva di aprire il centro di accoglienza “in zone più adatte e in uno dei tanti immobili di proprietà comunale“. I locali individuati, da ristrutturare, sono “di proprietà di una società di Ferrovie dello Stato“. A formulare la richiesta: Albanese (Essere Napoli) Basile (misto), Botta (Liberi e Forti per Napoli); Broccardo (Forza Italia), Cella (Azzurri Napoli Viva) Fontana, (Liberi e forti per Napoli) Pacella ( Liberi e Forti per Napoli), Simeone (Bassolino per Napoli), Stabile (Alessandra Clemente Sindaco) e Troise (Moderati con Manfredi). “In diversi incontri – ricordano i firmatari – i residenti e i commercianti locali, hanno espresso preoccupazioni riguardo l’apertura del centro”. Alla maggioranza della presidente Maria Caniglia, si rimprovera di non aver ascoltato i residenti. Ed anche una presunta “scarsa trasparenza“, sostenendo sia sconosciuta, ad oggi, la futura gestione del centro. “Da pochi giorni – scrivono i consiglieri critici – si è appreso che ci sarà un servizio docce, bagni, lavanderia e parrucchiere”. L’atto sottolinea “l’importanza di continuare a cercare soluzioni alternative”, per “ospitare ed integrare i migranti”. Il tutto allo scopo di “evitare dannosi conflitti con le comunità locali”.

Il progetto del centro di accoglienza in via Aquila
Altre immagini del progetto del centro di accoglienza in via Aquila

Guarracino però difende la scelta di non tenere la riunione, “a tutela della maggioranza“. E punta il dito contro i contestatori in consiglio (“da loro bugie e propaganda“). Secondo l’assessore municipale, la richiesta era “pretestuosa“, perché la cosa è “stata strachiarita” in passato. Si riferisce ad un consiglio dello scorso dicembre, alla presenza dell’assessore comunale Luca Trapanese. Un incontro burrascoso, anche perché Trapanese aveva denunciato insulti omofobi nei suoi confronti.In quella occasione – dice Guarracino – l’assessore del Comune aveva dato tutte le spiegazioni”. E prima di allora, “ci ha accolto in assessorato con presidente e capigruppo – riporta l’assessore municipale – e ha risposto a tutte le domande, venendo incontro a tutte le istanze”. Secondo l’assessore della municipalità, quello del centro di accoglienza è un sentiero stretto. “Questa è l’unica azione che – sostiene –Trapanese poteva fare dati i tempi del bando del Pnrr, per non perdere 2 milioni di euro”. Il progetto, del resto, “c’è in tutte le città d’Italia”. E Napoli “non poteva non rispondere”.

Il progetto del centro di accoglienza in via Aquila
Ancora foto del Il progetto del centro di accoglienza in via Aquila

Il 29 gennaio Trapanese ha mandato un’altra nota alla municipalità 4. L’assessore di Palazzo San Giacomo smentisce che il piano preveda una mensa e un dormitorio per senza fissa dimora. “Contempla – spiega – altresì servizi dedicati alla persona: accompagnamento psicologico, assistenza legale, risoluzione di pratiche lavorative, uno spazio dedicato ad attività laboratoriali e all’acquisizione di competenze formative, ci sarà uno spazio dedicato alla cura della persona, altri spazi dedicati ad attività di ufficio“. Trapanese promette che ad usufruirne saranno anche i residenti del quartiere. “Si rivolge – aggiunge – a tutte le persone in condizioni di povertà e marginalità, cittadini che hanno problemi di abitabilità, non necessariamente senza dimora: padri separati, madri sole, persone anziane che hanno avuto uno sfratto, insomma tutti quei casi che poi determinano la fuoriuscita da un’abitazione stabile e duratura”. Il comunicato si dichiara sicuro “di aver chiarito le perplessità”, evidenziando che al centro di accoglienza “anche il Sindaco tiene tantissimo“. E annuncia: il Comune di Napoli è pronto alla fase esecutiva, “pertanto i lavori inizieranno quanto prima”.