Sono 37 i campani coinvolti nella maxi inchiesta della procura di Reggio Emilia, ipotizzante un’associazione a delinquere finalizzata a una frode fiscale per oltre 100 milioni di euro. Il presunto giro coinvolge 400 aziende, tra reali e fittizie. E vede indagate 179 persone, con 91 perquisizioni in tutta Italia. L’operazione “Ombromanto” è scattata questa mattina con perquisizioni e sequestri, eseguiti dalla Guardia di finanza reggiana, nei confronti di 87 persone fisiche e 4 società.
Gli indagati sono indiziati di aver preso parte ad una organizzazione criminale radicata a Reggio Emilia, dedita alla perpetrazione di reati tributari, tra cui frodi fiscali e indebita compensazione di crediti d’imposta per quasi 104 milioni. Le attività delle Fiamme Gialle hanno interessato le province di Reggio Emilia, Bologna, Piacenza, Parma, Modena, Rimini, Bolzano, Torino, Asti, Milano, Pavia, Monza, Verona, Perugia, Terni, Firenze, Pisa, Pesaro, Roma, Rieti, Frosinone, Pescara, Napoli, Caserta, Benevento, Taranto, Crotone, Trapani.
Molti degli indagati campani risiedono in Emilia Romagna e nel Nord Italia. In conferenza stampa, il procuratore capo Calogero Gaetano Paci ha sottolineato “l’evidente connivenza di 22 professionisti tra notai e commercialisti”. Soggetti indagati, ma non raggiunti dall’odierno decreto di sequestro. Tutti questi professionisti avrebbero apposto il “visto di conformità” sulle operazioni finanziarie e le false fatture, create fittiziamente per ottenere i crediti. Almeno 12 sarebbero però privati cittadini, che si spacciavano per esperti, avendo carpito le credenziali per accedere ai portali di riferimento. Tra i 14 indagati residenti in Campania, risultano persone a Napoli, e in comuni dell’hinterland come Marano, Giugliano e Ottaviano. Altri sono tra Caserta e provincia (San Marcellino, Lusciano, Trentola Ducenta). Uno si trova ad Amorosi, nel Sannio.