Figura anche l’ex sindaco di Giugliano in Campania Antonio Poziello tra le 25 persone arrestate dai carabinieri del Ros che hanno indagato su alcuni episodi di scambio elettorale politico-mafioso che si sarebbero verificati in occasione delle elezioni comunali di Giugliano in Campania nel settembre 2020.
Eletto per la prima volta nel 2015, cinque anni dopo – Poziello dopo essere stato sfiduciato – si era ripresentato alla guida di una coalizione ma aveva perso le elezioni, battuto dall’attuale sindaco, Nicola Pirozzi del Pd. Lo stesso Poziello nei mesi scorsi è rimasto coinvolto in una indagine per l’affidamento del servizio dei rifiuti urbani. Il pm della Procura di Napoli Nord aveva chiesto i domiciliari ma la richiesta è stata respinta dal gip.
Tra i destinatari delle misure cautelari emesse dal gip su richiesta della Dda di Napoli anche alcuni consiglieri comunali oltre ad elementi di spicco del clan Mallardo, componente di rango della federazione mafiosa chiamata “Alleanza di Secondigliano”.
Scambio elettorale politico-mafioso, duro colpo al clan Mallardo: 25 arresti e sequestri
AGGIORNAMENTO
All’ex sindaco di Giugliano in Campania Antonio Poziello, oggi consigliere comunale, per il quale il gip di Napoli ha disposto il carcere, vengono contestati diversi episodi corruttivi e anche di avere accettato l’aiuto del clan Mallardo, retto da Domenico Pirozzi, detto ‘Mimì o pesante’, reggente del clan dopo la sua scarcerazione avvenuta il 27 gennaio 2019, per procurarsi voti in occasione delle elezioni comunali di Giugliano del 20 e 21 settembre 2020, versando 10mila euro a Francesco Mallardo, detto “o’ marmularo”, elemento di vertice del clan, e promettendo anche altri favori e appalti in caso di elezione alle ditte riconducibili all’organizzazione malavitosa. Il comune di Giugliano è stato sciolto per infiltrazioni mafiose nell’aprile 2013: secondo la prefettura il 30% dei dipendenti risultava interessato da provvedimenti giudiziari e segnalazioni della polizia giudiziaria e tra il personale c’erano anche persone legate da vincoli di parentela con elemento di vertice del clan Mallardo. Rilevante per le indagini del Ros e in particolare per fare luce sulle commistioni tra camorra e politica è stata la collaborazione dei “pentiti”, tra cui Giugliano Pirozzi: secondo queste dichiarazioni diverse giunte erano finite sotto il condizionamento del clan e tra coloro che tenevano i contatti con l’amministrazione pubblica figurava anche Pirozzi. Il coinvolgimento di Poziello (sindaco a Giugliano tra il 18 giugno 2015, con vittoria al ballottaggio, e il febbraio 2020, poi nell’autunno non sarà più rieletto) e i suoi contatti con il clan Mallardo emergono ripetutamente dalle indagini del Ros e della Dda: il contatto era Andrea Abbate, detto “zio Andrea”, intermediario tra clan e l’amministrazione comunale, finito in carcere. Domiciliari invece per l’ex assessore Giulio Di Napoli, sul quale, all’epoca dei fatti contestati, convergevano parecchie deleghe; per Filippo Frippa, dirigente del settore assetto del territorio dal 31 marzo 2017 al 1 giugno 2020 e per Ferdinando Cacciapuoti, nella veste di amministratore di una società. A questi ultimi tre, insieme con Poziello, viene anche contestato un episodio corruttivo, per esempio, legato al un permesso per costruire negato riguardante la realizzazione di complesso commerciale di una nota catena internazionale di fast-food. Tutto in cambio di denaro, voti e un’Audi Q3 per evitare che il diniego emesso in prima istanza diventasse definitivo. Il perfezionamento dell’operazione contestata però non si completò a causa dello scioglimento della giunta. All’ex sindaco vengono contestate alcune turbative di gare d’appalto, per esempio, per gli interventi di manutenzione per alcuni immobili comunali e per gli interventi stradali per il collegamento alla base Nato di Giugliano.