Riceviamo e pubblichiamo: Dopo il 6 agosto scorso, data della fine dell’ esperienza amministrativa della compagine LiberaMente da me guidata, mi sono congedato con un doveroso messaggio in cui argomentavo quanto successo. Un atto dovuto, suffragato da fatti ed atti, che spiegava come era stata portata avanti l’attività amministrativa, dal sottoscritto e dagli altri componenti del gruppo. A distanza di sei mesi, mi tocca ritornare pubblicamente su alcuni argomenti buttati in pasto alla cittadinanza a cuor sereno, dai “liberamente ammutinati”, convinti di poter dire tutto ed il contrario di tutto, senza la minima consapevolezza di essere smentiti, non in termini di dialettica politica, ma da atti contabili e normativi posti in essere da funzionari (Commissario Prefettizio) ed enti superiori (Corte dei Conti).
Non voglio annoiarvi come i loro manifesti incomprensibili o con riproduzioni fotografiche di documenti emessi dagli uffici, mi limito solo a puntualizzare, in merito agli argomenti evidenziati da lor signori, che riguardo ai fondi della 291/81, come già dovrebbe sapere l’ex assessore al bilancio, questi nulla hanno a che fare con la procedura di riequilibrio finanziario che deriva, come bene spiegato agli atti e come evidenziato dalla Corte dei Conti, da altre carenze finanziarie.
Non serve aspettare la risposta della Corte dei Conti, in quanto c’è già stata. Le carte contabili sono state visionate, i correttivi al bilancio, che riguardavano anche criticità ereditate dal passato, sono stati apportati; un lavoro svolto in sinergia con gli uffici, ed evitando eventuali prescrizioni.
Un risultato di amministrazione determinato in applicazione della disciplina contabile (principi contabili e disciplina normativa), tanto che il Commissario ad acta, dirigente della Prefettura, ne aveva approvato lo schema e poi, una volta caduta l’amministrazione, lo ha definitivamente approvato con i poteri del Consiglio. L’esito di un’attività che ha tenuto conto e recepito i rilievi della nota della Corte dei Conti, quest’ultima, pur non entrando del tutto nel merito del piano (cosa che avverrà dopo il parere della Cosfel, quando il piano sarà oggetto di omologazione) ha affermato che il rendiconto recepiva quei rilievi (quindi dicendo che la procedura era stata corretta).
Insinuare il contrario qualifica chi fa certe affermazioni per la totale assenza di rispetto per le istituzioni.
Ipotizzare presunti errori di conti che poi sono stati approvati da un Commissario, dirigente di indubbia preparazione ed indiscutibile levatura culturale ed esperienza, evidenzia il disagio e le difficoltà di un gruppo in preda al delirio pre elettorale, consapevole di dover faticare parecchio per giustificare la scelta scellerata di mandare a casa l’amministrazione comunale. Già “campioni nazionali” di illazioni, supposizioni ed allusioni, che fanno dell’offesa personale uno stile di vita, hanno raggiunto livelli di fantasia che sfiorano il ridicolo.
Dopo cinque anni di opposizione e tre consuntivi approvati da maggioranza, con sette anni e mezzo di consulenza, la situazione doveva essere ben chiara. Evidentemente a qualcuno faceva comodo non evidenziare certi numeri, annacquandoli in lunghe relazioni.
Ho scelto coraggiosamente la strada della chiarezza, consegnando alla comunità un bilancio non “artificiosamente redatto”, ma chiaro e veritiero.
Mi hanno chiamato Marchese, Papa, Despota…rispondo solo che sono stato un Sindaco che ha avuto il coraggio di prendersi delle responsabilità per il bene della collettività.
A testa alta, mettendoci la faccia e sacrificando la “poltrona”!
Diego Cataffo