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La festività del 31 gennaio, dedicata a san Ciro Martire, è l’occasione per riproporre il tradizionale focarone, attorno al quale si ritrova la comunità di Avellino è particolarmente legata al pari di Napoli e in generale di tutta la Campania.

Il falò di San Ciro è alimentato da fascine in legno, solitamente radunate nell’aia davanti alle case di campagna. Lo scoppiettare del legno, quasi sempre nocciolo, ad ora tarda del pomeriggio, con le famiglie tutt’intorno, alimenta una suggestione che si ripete ogni anno, quasi sempre in una giornata, come oggi, particolarmente rigida (siamo nei cosiddetti giorni della merla). C’è poi l’aspetto religioso, con sante messe che vengono celebrate sin dalle prime ore del mattino nelle chiese dove ci sono statue che raffigurano il Santo.

La tradizione del focarone di San Ciro si rinnova anche quest’anno davanti la Chiesa a lui dedicata, ma anche in  Piazza Duomo confermando le sue radici popolari, resistendo al cambiamento dei tempi e alle mutazioni della società. Identità e memoria hanno permesso all’antica celebrazione di continuare.

Ma c’è anche la frazione Picarelli molto legata al cuolo del Martire originario di Alessandra d’Egitto, con studi di medicina che gli permisero di curare i più bisognosi e malati.
Quando l’imperatore Diocleziano decise di perseguitare chiunque eseguisse attività curative, fu allontanato e si trasferì in Arabia.
Qui si dedicò in solitudine ad una vita di preghiera e penitenza. Morì decapitato dopo essere stato fatto prigioniero e torturato.

A Picarelli il programma della giornata prevede alle ore 11:00 la Santa Messa, seguita dal Rosario alle 17:30 e un’altra Messa alle 18:00, con la tradizionale Processione. Alle 19:30, ci sarà la Benedizione e l’accensione del fuoco, mentre alle 20:00 il focarone verrà acceso in Piazza Santissimo Salvatore. La serata proseguirà con stand gastronomici e l’intrattenimento musicale.