“Porta mille euro davanti al carcere di Secondigliano e riavrai la tua auto. Vieni da solo”. La vittima non sapeva nemmeno che la sua auto era stata rubata quando ha ricevuto un messaggio per effettuare il cosiddetto ‘cavallo di ritorno’. Quando ha capito tutto, che non era affatto un scherzo, ha denunciato quanto accaduto ai carabinieri. Proprio durante la stesura della denuncia, la vittima ha ricevuto la seconda telefonata. Ad ascoltare in vivavoce anche i militari, già a lavoro per organizzare una sortita e bloccare gli estorsori. Dall’altro capo del telefono le ennesime raccomandazioni: “vieni da solo e non fare scherzi”. Mille euro il prezzo della restituzione della propria auto, un cavallo di ritorno da concludersi davanti al carcere di Secondigliano. I militari ricostruiscono a ritroso il percorso compiuto da chi aveva rubato il veicolo. Scoprono che a fare da staffetta all’auto della vittima, c’era una seconda con una targa chiaramente visibile ai lettori installati lungo le strade percorse. Così si punta su quella. Una squadra si posiziona in borghese attorno al carcere, un’altra è pronta in un punto più defilato. I carabinieri trovano i malviventi in strada: tre gli uomini bloccati, uno di loro aveva nelle tasche il cellulare con la sim utilizzata per proporre lo scambio. Poco dopo, i militari trovano anche l’auto rubata, parcheggiata poco lontano.
Rubano auto e chiedono mille euro a vittima per restituirla
Tempo di lettura: 2 minuti