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La funicolare di Chiaia? Dovrebbe aprire a fine gennaio, ma non è ancora certo. I guasti alla linea 1? Pochissimi. Così l’assessore comunale Edoardo Cosenza, su alcuni nodi del trasporto pubblico a Napoli. E fornisce le ultime news sulle gioie (poche secondo molti utenti) e sui dolori (tanti, sempre a detta di molti viaggiatori). Lo spunto è l’interrogazione della consigliera Iris Savastano di Forza Italia. Capitolo primo la Funicolare di Chiaia, chiusa per revisione ventennale dall’ottobre 2022. A 28 mesi dallo stop, si chiede se i lavori siano terminati. Quindi se vi sia il nulla osta per la riapertura, rilasciato dall’Ansfisa (L’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie). Capitolo 2, la metropolitana Anm. La consigliera di Fi domanda il perché delle “continue interruzioni” nel servizio. Riferisce inoltre del “malcontento” di residenti del Vomero, per le “continue vibrazioni dei palazzi, da quando sono in funzione i nuovi treni”. E si informa sull’esistenza di indagini vibrometriche. In ultimo, cerca notizie sull’accaduto del 28 dicembre scorso. Quel giorno il servizio si è fermato 2 ore, per una sospetta fuga di gas.

Lunga e articolata la risposta dell’assessore ai Trasporti. Non senza una premessa. Sulla funicolare di Chiaia, ricorda i “5 anni di proroga” all’obbligo di revisione, scaduto nel 2017. Dunque l’improrogabilità dell’esercizio. Parla anche di altre “difficoltà”, e di una “situazione difficilissima”. Non ultima il reperire ditte specializzate, siccome gli impianti a fune sono sempre più rari. “Con l’aiuto governativo e di Ansfisa – spiega – è sorto un terzo gruppo nel campo funivie, la storica Graffer, che però non lavorava in questo campo da moltissimo tempo”. Restano però la lunghissima chiusura della funicolare, e le proteste degli utenti. L’ultimo annuncio di Anm è di una riapertura entro il prossimo 31 gennaio. Cosenza si mostra cauto. “È possibile – dice – che si mantenga questo programma. Ma uso ancora il condizionale, data la delicatezza della questione”. Lui non “si può sbilanciare” né può “fare pressioni, trattandosi di sicurezza”. D’altronde, “è come se la funicolare fosse stata fatta nuova”. Ed elenca gli interventi. “Sono state cambiate le funi, gli argani, il motore principale e quello secondario – enuncia-, la parte elettrica, la parte telematica e di controllo”. Le cabine sono quelle di prima, “ma sono state alleggerite, modificate e modernizzate“.

E se “i lavori sono conclusi da dicembre”, a metà gennaio non sono ultimati i test. Dopo quelle effettuate dall’impresa, “in questi giorni terminano le prove di Anm”. “Si stanno facendo le prove a vuoto – aggiunge Cosenza  -, si devono fare le prove zavorrate”. Ma una volta riaperta, la funicolare potrebbe non partire in regime ordinario. Infatti, quando Ansfisa avrà compiuto i suoi test, “ci dirà se fare subito il pieno servizio, o una breve fase di servizio non tutto il giorno”. Nonostante tutto, l’assessore non rinuncia ad una stoccata alle associazioni, da tempo in polemica con l’amministrazione. “Tutta l’attenzione – afferma – se fosse stata fatta” dal 2016 al 2021, gli anni della proroga, “sarebbe andata meglio”. Perché “parlare dopo non è esattamente che fare un servizio prima”.

La punzecchiatura non piacerà a chi critica i disservizi. Tanto più, dopo le delucidazioni sulla linea 1. Qui l’assessore garantisce: “Ci sono due tipi di interruzioni, ma quelle che avvengono in servizio sono pochissime”. E poi certo, ci sono quelle “serali, che stiamo facendo molto spesso”. In questo caso, si tratta di chiusure anticipate, e programmate. Sono dovute alla sostituzione dei binari. L’assessore si collega alla questione vibrazioni. “Nella parte collinare – indica – i binari hanno più di 30 anni, c’è un’usura che” le aumenta. “Le vibrazioni – sottolinea – non le causano i treni, che ora sono più leggeri”. Secondo l’esponente di giunta, il ricambio dei binari “attenuerà” il problema. “Naturalmente un fastidio ci può essere, ma – assicura – gli effetti delle vibrazioni sugli edifici sono stati misurati, non c’è pericolo”.

Cosenza tranquillizza pure sulla fuga di gas (“Vigili del fuoco e Abc non hanno trovato alcuna perdita, la puzza è stata attribuita a un prodotto per lavare le banchine”). Radioso il finale prospettato dall’assessore, sul futuro metrò. Racconta di una frequenza media di “8-9 minuti”, per i 9 treni circolanti, destinata perfino “a calare progressivamente in maniera significativa”. All’Anm, appunto, “stanno assumendo nuovi macchinisti, i treni che possono andare in esercizio sono ancora di più”. Di autorizzati, sinora, ne hanno 13. Tuttavia, “parallelamente ci vuole un aumento degli utenti, perché non possiamo tenere i treni vuoti, costa tanto“. Un neo nella gestione, descritta in modo diametralmente opposto a diverse associazioni. “L’aumento – si rammarica l’assessore – è lento. Quest’anno la linea 1 ha fatto un +9,4%, però l’anno prima era +35%“. Ma è solo un attimo: “Sono comunque i numeri più grandi d’Italia”. E ci mancherebbe.