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Un decreto regio del 1886 può complicare l’installazione dei cancelli nella Galleria Umberto I. A comunicare la singolare questione è il consigliere comunale Gennaro Esposito di Azione. Lo fa in una lettera all’assessore all’Urbanistica, Laura Lieto, e all’Area Patrimonio di Palazzo San Giacomo. Nella storica Galleria, il Comune di Napoli ha avviato un intervento di restauro. Contempla il rifacimento della pavimentazione in marmo e dei lucernari. Oltre a ciò, anche il montaggio di cancelli, mai previsti in 135 anni di storia del sito. Ma a delibera approvata, ecco spuntare un caso legale. Ad Esposito, di professione avvocato, lo hanno segnalato alcuni residenti. “La delibera n. 630 del 27.12.2024, che – scrive il consigliere – prevede la installazione di cancelli, con un costo di €. 899.543,00 a carico dell’amministrazione, non terrebbe conto dell’art. 25 dell’Istrumento di concessione, del 1801 Rep. 19876″. L’antico atto autorizzava il concessionario, la Società dell’Esquilino di Roma, a realizzare la Galleria. Un progetto concepito nell’ambito della legge sul Risanamento. Ma ‘l’Istrumento di concessione’, datato 1887, disponeva: “La Società dell’esquilino, … non potrà mai fare costruzioni per uso privato che impedissero al Municipio l’osservanza dell’obbligo impostole dall’art. 3 del decreto ventotto novembre milleottocentottantasei”. Ovvero di “conservare perpetuamente prive di chiusura di qualunque genere totale e parziale tutte le aperture esistenti sia nella fronte verso la Galleria, come in quella verso la via dei due tratti di braccio laterale della Galleria …”.

L’articolo 25 della concessione per la Galleria Umberto I (1887)

Il dubbio riguarda, anzitutto, la vigenza del decreto regio. E quindi dell’obbligo del Comune di far rispettare, ancora oggi, quella norma del secolo XIX. La proibizione di chiudere i varchi potrebbe valere per i condomini della Galleria, successori legali della società dell’Esquilino. Ma anche per la stessa amministrazione comunale. Pertanto, Esposito invita “gli uffici in indirizzo a valutare l’eventuale contrasto con il citato atto”. Ma i problemi non sono finiti. Il consigliere rende note altre presunte criticità, stavolta relative all’efficacia del progetto. Tutto parte dal conclamato “stato di degrado della Galleria Umberto”, per il quale il Comune ha deliberato i lavori. “Il rifacimento della pavimentazione – evidenzia il consigliere – rischia di essere compromesso dall’assenza di interventi sulla copertura”. Al momento, infatti, “la cupola è in gran parte arrugginita, mentre i bracci corrispondenti in Via Santa Brigida e Via Toledo presentano guaine ammalorate, con infiltrazioni che causano evidenti problemi di pioggia”. Alla sua lettera, Esposito allega una decina di foto (pubblicate in basso). Immagini tese a suffragare la gravità della situazione.

Un altro tema, poi, riguarda i privati. Ossia quanto spetterebbe di fare ai residenti della Galleria. “Occorrerebbe sollecitare – afferma il consigliere – i condomini dei civici 19 e 50 di Via Toledo e il civico 64 di Via Santa Brigida, le cui facciate non sono state rifatte nonostante il loro evidente stato di ammaloramento con la conseguenza che la non contestuale ristrutturazione delle facciate porterà ad avere sempre delle tonalità di colore diverse ed inoltre si dovrà tenere particolare attenzione alla pavimentazione appena rifatta su cui andranno appoggiate le impalcature”. Insomma, i nodi non sono pochi.