Le dichiarazioni del Presidente Buonopane appaiono decisamente singolari. Risulta difficile comprenderne il senso e le motivazioni.
L’Ato Rifiuti, coerentemente con la scelta di adottare un modello pubblico di gestione, ha individuato come soggetto gestore del serviziointegrato dei rifiuti urbani la società Irpiniambiente S.p.A. attraverso la possibilità di acquisirne le quote azionarie da parte dei 113 Comuni, ad eccezione del capoluogo.
Vale la pena ricordare che l’Ato Rifiuti già nel 2022 aveva intrapreso la strada di rilevare Irpiniambiente, senza avere risposte concrete dalla Provincia di Avellino, se non la comunicazione di un valore di acquisto della società pari a circa 8,5 milioni di euro.
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato è intervenuta richiedendo integrazionidocumentali che l’Ato ha prontamente fornito entro i termini di legge, inviando i dati contabili mancanti relativi a Irpiniambiente.
Ad oggi si è in attesa della risposta dall’Agenzia per la Concorrenza che dovrà intervenire entro fine mese. Se i dati trasmessi da Irpiniambiente sono completi e se i risultati da essa conseguiti negli ultimi anni sono così virtuosi come descritti dal Presidente Buonopane, cosa c’è da temere?
Quali responsabilità si vogliono attribuire all’Ato Rifiuti? Cosa avrebbe dovuto fare di diverso rispetto a quanto già fatto? È stata forse omissiva? Ha redatto relazioni scorrette o alterato dati? Ha fatto scadere colpevolmente i termini entro cui formalizzare la propria posizione?
E se l’Agcm dovesse rispondere negativamente, ritenendo che i dati contabili di Irpiniambiente non giustifichino la scelta di un modello pubblico, quale responsabilità potrebbe essere attribuita all’Ato? È forse l’Ato Rifiuti il responsabile della gestione di Irpiniambiente negli ultimi anni?
E qualora l’Agcm dovesse esprimersi positivamente , se i Comuni incontrassero difficoltà tecniche nell’acquisire le quote azionarie – complicazione derivante dal fatto che Irpiniambiente, per decisione del Presidente Buonopane, non si occupa più solo di rifiuti ma anche di verde pubblico, cultura e pulizie (data inizio attività maggio 2024) – che ruolo avrebbel’Ato in tutto ciò?
E se i revisori contabili, i segretari comunali, i consiglieri e i Sindaci, valutando attentamente, dovessero ritenere non conveniente rilevare le quote azionarie a causa della mole di crediti (parte dei quali probabilmente inesigibili), debiti, contenziosi e della condizione economica generale della società, che responsabilità potrebbe avere l’Ato Rifiuti? E che relazione ci sarebbe con i debiti dei Comuni verso Irpiniambiente?
Arriva per tutti il momento della serietà e dell’assunzione delle proprie responsabilità. È difficile pensare che queste responsabilità possano essere attribuite all’Ato Rifiuti di Avellino, con buona pace di tutti.