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Giovedì scorso, dopo l’estromissione votata inopinatamente dalla maggioranza, sono rientrato in Consiglio comunale per adempiere al mandato popolare. È stato necessario ricorrere al Tribunale di Benevento per far riconoscere un diritto violato da una decisione assurda pensata e attuata per punire la persona e non certo per far rispettare le regole e le leggi. Infatti, la sentenza ha accertato la piena compatibilità tra la mia carica di consigliere comunale eletto e il ruolo di amministratore della società provinciale”. Sono queste le parole dell’avvocato Domenico Mauro che nella seduta consiliare convocata per il 19 dicembre è stato reintegrato, per effetto della sentenza emessa dal Tribunale di Benevento già alcune settimane fa, nei banchi del Consiglio comunale di Paolisi.

Ho preferito non comunicare la notizia e aspettare la convocazione del Consiglio comunale – ha dichiarato Mauro – per porre fine alle beghe e alle vendette post elettorali e cercare di riportare sul piano politico la discussione. Purtroppo però, le ultime dichiarazioni rese alla stampa sono tanto gravi da rendere necessaria una replica. Si è arrivati, infatti, all’assurdo di dichiarare che un cittadino possa scegliere addirittura il giudice più ‘confacente’.  Sono dichiarazioni gravi e lesive non solo della mia onorabilità ma anche di quella della magistratura e che offendono i cittadini che mi hanno onorato della loro fiducia. All’amministrazione Comunale di Paolisi ricordo un principio della nostra Costituzione: nessuno può scegliersi il giudice a piacimento!!! La strada processuale “scelta” è l’unica prevista dalla legge. In merito alla decadenza dalla carica di consigliere comunale, per incompatibilità, legittimato a decidere è esclusivamente il Tribunale ordinario Civile. Infatti, il collegio giudicante, composto da tre giudici, riconoscendo di averne il potere, si è pronunciato. Diversamente, l’unica “forza” che avrebbe avuto la sentenza in caso di ricorso al TAR sarebbe stata quella di riconoscere il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo. Il ricorso, come affermato in sentenza, andava notificato unicamente alla consigliera in surroga e a nessun’altro, ovvero al soggetto che si sostituisce – temporaneamente – per legge nella carica (dopo la delibera che dichiara decaduto il consigliere). All’esito della causa, di cui è parte anche il Pubblico Ministero, i giudici hanno dichiarato irriturale/inammissibile le due memorie del Comune di Paolisi, la prima a firma della segretaria comunale e la seconda del sindaco, dando torto al Comune su tutta la linea (invito a leggere la sentenza pubblicata all’albo pretorio). Quanto tempo perso, sottratto ai cittadini paolisani, per cacciare illegittimamente dal consiglio comunale un consigliere e sovvertire la volontà popolare! Sarebbe stato sufficiente leggere i tre pareri, autorevoli, depositati in fase di prima contestazione della incompatibilità! Anziché chiedere scusa, non tanto a me, ma a Paolisani, nel rispetto della intangibile volontà popolare, l’amministrazione comunale continua a trascinarmi in aule giudiziarie, causandomi danni economici e di immagine; malgrado e ferma la mia volontà di riportare tutto nell’alveo politico per poter esercitare il mandato per il quale sono stato eletto da tanti concittadini. Mi sono candidato per mettermi a servizio dei paolisani e questo continuerò a fare. Spero che gli ‘approfondimenti’ – che l’amministrazione si è ‘riservata’ di fare – tengano conto che la lesione delle mie prerogative di consigliere, e la conseguente irregolare costituzione dell’assise comunale, rischia di determinare danni non solo a me, ma all’intera comunità a causa della incerta sorte delle decisioni adottate. Occupiamoci di Paolisi!”