La sua villetta doveva essere abbattuta, ma alla fine di un tortuoso percorso amministrativo e giudiziario durato 18 anni, la Corte di Cassazione le ha dato ragione, “smentendo” una sua precedente decisione e “salvando” l’immobile. È la vicenda di una 73enne casertana, condannata per abusivismo edilizio dalla sentenza emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nel lontano 1996, diventata definitiva nel 1998, cui erano seguiti gli ordini di demolizione da parte del Comune di Caserta della villetta ritenuta abusiva ed edificata in via Cappuccini. La donna, che vive nella villetta, non aveva mai eseguito le ordinanze del Comune, che aveva così acquisito nel suo patrimonio nel 2019 la villetta; lo stesso ente locale però aveva nel frattempo rilasciato un permesso a costruire per il seminterrato della villetta e nel 2020 un ulteriore permesso in sanatoria per tutte le opere abusive. La donna ha così fatto ricorso al Tar per far annullare i provvedimenti di acquisizione dell’abitazione da parte del Comune, ottenendo sentenza favorevole, e nel 2021 ha chiesto al tribunale di Santa Maria Capua Vetere la revoca dell’ordine di demolizione, presentando il permesso a costruire; il giudice le ha dato però torto, non tenendo conto neanche della decisione del giudice amministrativo, e la sua pronuncia è stata confermata dalla terza sezione penale della Cassazione nel novembre 2022. A questo punto la Procura ha emesso un ordine di demolizione, cui la proprietaria si è opposta presentando nuova istanza di sospensione nel settembre 2023 al giudice di Santa Maria Capua Vetere, che l’ha respinta nel maggio scorso confermando ancora una volta la demolizione della villetta. Ma la 73enne non si è data per vinta, e tramite i suoi legali Vittorio Giaquinto e Luca Tornatora, ha impugnato la decisione e si è rivolta, presentando “elementi ritenuti nuovi”, ancora una volta alla Cassazione, la sua ultima reale speranza. A fine novembre, il giorno prima che i giudici della quarta sezione penale si riunissero, è intanto diventata definitiva la sentenza del Consiglio di Stato da cui è emerso che la villetta non era più abusiva, e così i giudici della Suprema Corte hanno valorizzato la novità del giudicato amministrativo e dato ragione alla 73enne, chiudendo quasi definitivamente la vicenda, visto che hanno annullato con rinvio ad un diverso giudice del tribunale di Santa Maria Capua Vetere che dovrà però solo adeguarsi alla decisione della Suprema Corte annullando una volta per tutte l’ordine di demolizione.
Casa da demolire, la Cassazione la salva dopo 18 anni
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