Gli appalti del Pnrr, i canali con la Cina, il business del boom turistico. Frontiere vecchie e nuove, nel riciclaggio di camorra. A parlarne è Claudio De Salvo, capocentro della Dia di Napoli. L’occasione è la presentazione del calendario 2025 della Direzione investigativa antimafia. Follow the money il tema di quest’anno. Ovvero segui i soldi. Il metodo Falcone, che ha cambiato le indagini patrimoniali sulla criminalità organizzata.
E seguendo il denaro, spuntano gli affari di camorra. Anche a Napoli e in Campania, i clan stanno cambiando pelle. C’è una mafia che non spara. Il fenomeno descritto negli ultimi anni, nelle inchieste dalla Sicilia alla Lombardia. Oppure spara meno. La media è di 10-15 omicidi all’anno, per i clan campani. Una distanza siderale, dalla mattanza degli anni ‘80. Ma anche rispetto a pochi anni fa. Più corruzione, meno agguati. Mazzette e non Kalashnikov. Con l’occhio rivolto alle risorse pubbliche, e non solo. Nel mirino i miliardi del Pnrr. E poi le frodi fiscali: pochi rischi, grandi guadagni. E in Italia le pene non spaventano.
Non cala l’aggressione ai settori tradizionali. Numerosi gli accessi, passati al setaccio dalla Dia nel 2024. Hanno portato all’emissione di tante interdittive antimafia, nei confronti di aziende infiltrate dalla camorra. Accanto a questo, i tentacoli dei clan battono strade alternative. “La criminalità organizzata indirizza la sua enorme disponibilità finanziaria anche sui canali cinesi” spiega De Salvo. E c’è il boccone del turismo. “Nel momento in cui si sta sviluppando, può diventare un obiettivo dove reinvestire”. L’ingordigia dei boss non conosce tregua. E gli strumenti di legge non sempre reggono il passo. “La camorra – ricorda il capocentro Dia di Napoli- non è più un’emergenza, ma una presenza strutturale del tessuto economico”. Da tempo.