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Per usare la pistola ad impulsi elettrici, la polizia municipale di Napoli deve trovarsi in presenza di un soggetto “oggettivamente agitato, concretamente aggressivo, determinato nell’aggredire o nell’apprestarsi imminentemente e con grande violenza ad aggredire i pubblici ufficiali e/o i cittadini coinvolti”. Perché non è sufficiente “il fatto che si limiti a proferire mere minacce verbali, ovvero che sia noto per essere un soggetto violento e pericoloso, o altresì faccia una resistenza passiva alle indicazioni degli operanti”. A suggerirlo è il manuale tecnico-operativo del Taser X2, arma di cui il consiglio comunale dovrà votare il regolamento per la sperimentazione. Durata prevista 6 mesi. “Laddove il soggetto non brandisca direttamente armi o strumenti atti ad offendere – spiega il manuale -, quali spranghe, mazze, nunchaku, tirapugni, piedi di porco, ecc. ma tali armi, occultate sulla persona o nella immediata disponibilità della stessa, siano individuate dall’operatore di polizia locale, stante il grave e repentino pericolo che ne potrebbe derivare, si potranno attivare le fasi 1 (avviso dell’attivazione della bodycam), 2 (minaccia di estrazione dell’arma comune a impulsi elettrici) e 3 (estrazione dell’arma medesima)”. 

Le linee guida per l’utilizzo sono state elaborate dal Comune e dall’Asl Napoli 1. Ed escludono il Taser nell’escuzione dei provvedimenti di Tso (Trattamento Sanitario Obbligatorio). Si tratta di un immobilizzatore elettrico. Colpisce l’obiettivo con dardi sottocutanei, in lega di alluminio. Sono dotati di un ‘uncino’, e collegati all’arma con fili conduttori. Attinto il bersaglio, si rilascia una forte scossa elettrica. Ciò causa una paralisi temporanea. Inventato negli Stati Uniti, è stato introdotto in Italia nel 2018. A consentirlo è stato un decreto sicurezza del governo Conte 1, con Salvini ministro dell’Interno. A Napoli, il regolamento assegna al personale operante l’obbligo di redigere una relazione, dopo ogni intervento che ne comporti l’uso. Le unità di polizia locale, impiegate nella sperimentazione, saranno provviste di bodycam, le videocamere indossabili. “A tutela dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone – precisa l’articolato -, ai fini di un migliore monitoraggio della sperimentazione e nel rispetto della normativa vigente in materia di protezione dei dati personali”. Il Taser X2 è classificato come arma propria. È in dotazione a diverse forze di polizia nel mondo. Viene adoperato per immobilizzare “soggetti particolarmente difficili da contenere o da rendere inoffensivi”. In Italia l’utilizzo del Taser equivale all’uso della forza. Quindi va impiegato nel rispetto delle norme vigenti, secondo criteri di adeguatezza e proporzionalità. “I dispositivi inabilitanti – premette il prontuario – non possono sostituirsi al buon senso e alla comunicazione efficace”. Vedremo se sarà così, in concreto.

Il dardo del Taser X2

Intanto, l’arma è in grado di lanciare due dardi/elettrodi. Sono connessi tramite sottili fili elettrici ad un generatore di impulsi elettrici, contenuto all’interno della pistola. Gli impulsi ad alta tensione hanno una frequenza di ripetizione di circa 19 impulsi al secondo. La durata standard è di 5 secondi, con tensione di 50.000 Volt. Agli operanti si raccomanda prudenza. Va “trattato con la stessa attenzione con cui si tratta un arma da fuoco”. È infatti “indubbio” che l’uso “presenti dei potenziali rischi per la salute dei soggetti colpiti”. Si consiglia inoltre di “evitare di attingere intenzionalmente il volto, la zona genitale e la zona cardiaca del torace”. Questo per “minimizzare” i rischi di lesioni e di effetti cardiaci indesiderati. Come pure, sono controindicate scariche prolungate o ripetute, se “non necessarie”.

Preferibile anche non servirsene in presenza di sostanze infiammabili. In particolare, in aree come stazioni di rifornimento carburante e “altri luoghi a rischio esplosione/incendio”. In zone sature di gas infiammabili, o in casi di autocospargimento di liquidi infiammabili. Imprudente l’uso simultaneo con lo spray al peperoncino. E per ogni utilizzo, va chiesto il supporto sanitario. In maniera urgente, se l’individuo colpito “diventa non responsivo dopo una scarica”. I dardi penetrati nella pelle devono di norma essere rimossi da un operatore sanitario, a seguito della chiamata al 118. Oppure dagli agenti operanti sul posto, tramite indicazioni telefoniche del 118 stesso. Secondo il manuale, è un protocollo studiato per “ridurre i rischi di ulteriori lesioni” alla persona attinta. Si specifica: lesioni “anche auto inflitte”, pensando forse ai masochisti. Se i dardi centrassero “zone ‘critiche'”, e magari fosse impossibile l’intervento dei sanitari sul posto, l’indicazione è di correre subito al pronto soccorso.