Ci vanno mamme e figli piccoli del Rione Traiano, perché mancano altri luoghi di socialità. Ma il Parco Costantino è un monumento all’incuria, in una zona simbolo delle periferie dimenticate a Napoli. Nel tempo, ignoti hanno vandalizzato l’area giochi. Pure appiccando il fuoco ai ponti. Quando sono stati bruciati, avevano appena finito la manutenzione. E quando hanno tentato altri interventi di recupero, i vandali hanno rimosso le recinzioni, messe a protezione dell’area. Risultato: il gioco è stato smontato del tutto. È stata una scelta di sicurezza, per salvaguardare i bambini. Così spiega una nota interna della municipalità Soccavo Pianura. Sono rimaste solo le altalene ed il gioco a molla, comprato con risorse regionali.
Diverse, inoltre, le segnalazioni di bivacco e pernottamento di persone. Si riparano all’interno dei tunnel. Il parco sconta anche la mancanza di personale. Addetti preposti alla sorveglianza ed alla chiusura. Ma tanto per cambiare, il nodo principale sono i fondi. Ne servirebbero per rifare il playground. In teoria. “Purtroppo – sottolinea la nota – il comune non prevede dei fondi destinati a questo tipo di lavori”. Facendo di necessità virtù, l’ufficio tecnico municipale “ha interloquito con più soggetti”. Qualcuno in grado di “finanziare interventi nel parco Costantino, non ultimo valutando di utilizzare economie di progetti già finanziati”. Ma anche volendo, non si farà presto. “Nessuna procedura amministrativa è brevissima e – ammonisce la nota municipale – quindi il risultato di queste attività non si vedrà prima della prossima primavera”. Salvo altre procedure di finanziamento, al momento non all’orizzonte.
“Probabilmente si poteva fare meglio – sostiene Giovanna Lo Giudice, consigliera della municipalità 9 – intercettando quelli che erano i contributi messi a disposizione dalla città metropolitana per questi interventi“. Intanto l’area ludica è stata smantellata, “nonostante le varie segnalazioni susseguitesi nel tempo, privando i bambini e le mamme di un momento di aggregazione”. In ogni caso, si spera “che in tempi brevi sia restituita l’area alle famiglie” aggiunge la consigliera. Sperar non costa nulla.